Dal mese di novembre, sul numero 435 di Dylan Dog, avrà inizio una nuova trilogia che porterà la firma di Roberto Recchioni e che promette di sconvolgere di nuovo la serie dedicata all’indagatore dell’incubo.

 

L’albo “Due minuti a mezzanotte” sarà sceneggiato dallo stesso Recchioni, che è anche l’attuale curatore di Dylan Dog, insieme a Claudio Lanzoni e disegnato da Giorgio Pontrelli, che fa parte del team di disegnatori di Dylan Dog già dal 2015. Nella storia vedremo il grande e atteso ritorno di John Ghost, nuovo nemico di Dylan Dog introdotto all’inizio del rilancio ideato da Recchioni, nel 2014.

 

< Il primo capitolo di una trilogia destinata a sconvolgere nuovamente la serie. “Il mio mondo sta sfaldandosi… le incoerenze del tessuto narrativo si replicano come una massa tumorale in espansione… Tutti i miei calcoli erano… sbagliati!”, dice John Ghost, mentre una versione di Dylan Dog del passato si presenta a Craven Road lasciando un pacco di enigmatiche foto e la Morte torna ad aggirarsi per le strade londinesi…>

 

dylan dog 1 copia

Contemporaneamente all’albo mensile, Sergio Bonelli Editore ha annunciato anche l’uscita per novembre di un nuovo numero della serie Dylan Dog Color Fest, dal titolo Utopia modulare, che sarà realizzato sempre dagli stessi autori, Recchioni e Pontrelli, insieme allo sceneggiatore Dario Sicchio.

Ad oggi non sono state ancora fornite ulteriori informazioni su questa nuova trilogia e nemmeno se il Color Fest di novembre, la cui storia è ambientata in una “realtà modulare” di nome Ideak, sarà in qualche modo collegato alle vicende principali della trilogia.

 

 

 

Link alle immagini: https://www.repubblica.it/cultura/2021/09/19/news/buon_compleanno_dylan_dog_e_dire_che_all_inizio_sembrava_un_flop_-318054882/ - https://www.meganerd.it/dylan-dog-nuova-trilogia-scritta-da-roberto-recchioni/

Dal mese di novembre, sul numero 435 di Dylan Dog, avrà inizio una nuova trilogia che porterà la firma di Roberto Recchioni e che promette di sconvolgere di nuovo la serie dedicata all’indagatore dell’incubo.

 

L’albo “Due minuti a mezzanotte” sarà sceneggiato dallo stesso Recchioni, che è anche l’attuale curatore di Dylan Dog, insieme a Claudio Lanzoni e disegnato da Giorgio Pontrelli, che fa parte del team di disegnatori di Dylan Dog già dal 2015. Nella storia vedremo il grande e atteso ritorno di John Ghost, nuovo nemico di Dylan Dog introdotto all’inizio del rilancio ideato da Recchioni, nel 2014.

 

< Il primo capitolo di una trilogia destinata a sconvolgere nuovamente la serie. “Il mio mondo sta sfaldandosi… le incoerenze del tessuto narrativo si replicano come una massa tumorale in espansione… Tutti i miei calcoli erano… sbagliati!”, dice John Ghost, mentre una versione di Dylan Dog del passato si presenta a Craven Road lasciando un pacco di enigmatiche foto e la Morte torna ad aggirarsi per le strade londinesi…>

 

dylan dog 1 copia

Contemporaneamente all’albo mensile, Sergio Bonelli Editore ha annunciato anche l’uscita per novembre di un nuovo numero della serie Dylan Dog Color Fest, dal titolo Utopia modulare, che sarà realizzato sempre dagli stessi autori, Recchioni e Pontrelli, insieme allo sceneggiatore Dario Sicchio.

Ad oggi non sono state ancora fornite ulteriori informazioni su questa nuova trilogia e nemmeno se il Color Fest di novembre, la cui storia è ambientata in una “realtà modulare” di nome Ideak, sarà in qualche modo collegato alle vicende principali della trilogia.

 

 

 

Link alle immagini: https://www.repubblica.it/cultura/2021/09/19/news/buon_compleanno_dylan_dog_e_dire_che_all_inizio_sembrava_un_flop_-318054882/ - https://www.meganerd.it/dylan-dog-nuova-trilogia-scritta-da-roberto-recchioni/

Bonus affitto giovani 2022

Settembre 07

Il sogno o la necessità di andare a vivere da soli per motivi di studio o lavorativi è condiviso da molti ragazzi e ragazze ma spesso si scontra con la difficoltà del pagamento d’affitto elevato. La nuova legge di bilancio 2022 ha introdotto un’importante agevolazione per i giovani: il bonus affitto. Il Bonus affitto per i giovani è una detrazione che agevola fiscalmente i giovani di età compresa tra i 20 e i 31 anni non compiuti, con un reddito complessivo non superiore a 15.493,71 euro che stipulano un contratto di locazione per una casa o sua porzione. La detrazione può essere pari a 991,60 euro e si propone di favorire l’indipendenza dei giovani. Nel caso in cui questo importo venga superato, si può richiedere la detrazione del 20% del canone di locazione, per un massimo di 2.000 euro. La detrazione è valida per i primi quattro anni di durata contrattuale.

 

Per ricevere il bonus è necessario aver stipulato un contratto di affitto di un’intera abitazione o di una stanza all’interno di un appartamento condiviso. Sono esclusi gli alloggi di lusso, storici, popolari e turistici. L’immobile inoltre deve essere sito di residenza e deve essere diverso da quello dal luogo di residenza dei genitori. In presenza dei requisiti necessari per poterne beneficiare, trattandosi di un’agevolazione fiscale, è sufficiente presentarla in sede di dichiarazione dei redditi. Non si tratta di uno sconto sul canone di affitto concesso dal proprietario, né si riferisce a un’erogazione di somme di denaro dallo Stato. Per poter usufruire del Bonus è indispensabile la regolarizzazione del contratto di affitto. Questo deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni da parte del locatore che, entro 60 giorni, è tenuto a informare l’inquilino dell’avvenuta registrazione.

 

In effetti ci sono state delle ulteriori agevolazioni rispetto alle concessioni del bonus precedente. La misura, prevista dall’articolo 1, comma 155 della legge di bilancio 2022 che sostituisce l’articolo 16 comma 1-ter del TUIR, è finanziata con il fondo affitti giovani. L’agenzia delle entrate con la circolare 9 del 1 Aprile ha chiarito le modifiche normative rispetto alla disciplina precedente. Quest’anno, infatti, la detrazione è prevista anche nel caso in cui la locazione riguardi solo una porzione dell’unità immobiliare mentre precedentemente riguardava solo il possesso di un immobile completo. La circolare del 1 Aprile inoltre ha introdotto una detrazione più elevata, una validità del bonus di 4 anni invece della precedente proposta che ne comprendeva solo 3 e un’estensione di validità del bonus fino ai 31 anni d’età. Nel caso in cui il contratto di locazione è stipulato da più locatari, solo coloro che hanno i requisiti di età previsti dalla norma potranno usufruire della detrazione. Sebbene questo bonus sia una buona agevolazione per molti ragazzi, la soluzione migliore sarebbe proporre una diminuzione degli affitti per i più giovani ma purtroppo questa è un’utopia.

 

 

 

 

 

 

 

 

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In Italia il matrimonio è consentito solo a persone di sesso differente. Alle coppie omosessuali, invece, sono concesse unicamente le unioni civili. Tanti credono che non ci siano differenze tra unioni civili e matrimonio ma non è così.

 

In Italia la legge Cirinnà del 2016 ha segnato un punto di svolta per i diritti civili LGBTQA+. Questa legge, infatti, riconobbe le unioni civili per le coppie omosessuali che prima non avevano alcuna possibilità di unione. In realtà, anche le unioni civili sono molto limitanti ed escludono alcuni diritti e doveri previsti invece per le coppie sposate. Per esempio, a differenza del matrimonio, nelle unioni civili manca il riconoscimento automatico di figli e figlie dal momento della nascita. Un bambino nato in un’unione civile, quindi, non è automaticamente figlio di tutti e due i coniugi. Questo vale sia in caso di adozione da parte di entrambi i genitori, sia per la stepchild adoption che in caso di fecondazione artificiale eterologa con donatore esterno. Chi è unito civilmente infatti non può adottare. In questi casi un bambino sarà figlio biologico di uno dei due coniugi ma sarà riconosciuto figlio dell’altro coniuge solo a livello giurisprudenziale.

 

Nel 2014 è stata esposta una sentenza dal tribunale dei minori di Roma che non vieta totalmente la richiesta d’adozione. Questa dichiara che l’adozione può essere ammessa dopo un’indagine svolta da un giudice che riconosca che l’adozione realizza il preminente interesse del minore. La legge Cirinnà, inoltre, non riconosce neppure la possibilità per le coppie omosessuali di fare ricorso alla fecondazione assistita eterologa. Questi evidenti limiti riscontrati in Italia per le coppie omosessuali trovano spesso soluzione recandosi all’estero. Nel caso in cui un’adozione avvenga all’estero, questa è riconosciuta in quanto non va contro i principi di ordine pubblico internazionale. La maggior parte delle coppie, quindi, si reca in altri paesi per la fecondazione assistita ma il problema si ripresenta al ritorno in Italia. Qui infatti la Corte di Cassazione proibisce la rettificazione dell’atto di nascita per il genitore non gestante o non biologico.

 

Il mancato riconoscimento della possibilità di sposarsi alle coppie omosessuali evidenzia come il nostro paese sia indietro rispetto a molti membri dell’unione europea. Pochi giorni fa, ad esempio, La Slovenia ha riconosciuto gli stessi diritti delle coppie eterosessuali alle unioni civili. Si propone, inoltre, un ulteriore miglioramento proponendo una legge per l’uguaglianza e le pari dignità familiari. Questa differenza dimostra come alle coppie omosessuali non vengano riconosciute la stessa dignità e lo stesso status delle coppie eterosessuali. Inevitabilmente, inoltre, questo causa disagio e sofferenza anche ai figli. Nonostante la legge Cirinnà sia stata un miglioramento storico in passato, questa attualmente si mostra avversa al mantenimento dei pari diritti di ogni individuo. Per colmare le lacune Italiane e per garantire la tutela di tutti i cittadini si dovrebbe introdurre il matrimonio egualitario, il riconoscimento alla nascita per i figli delle coppie dello stesso sesso, l’accesso alle adozioni e l’accesso ai percorsi di procreazione medicalmente assistita.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nelle ultime settimane si sta discutendo molto dell’impatto ambientale dei jet privati e della possibilità di vietarne il volo in Italia. Ovviamente, la proposta di abolizione dei jet privati ha diviso i social tra chi è a favore e chi è contrario.

 

È un dato di fatto che la componente di popolazione più ricca del pianeta inquina il doppio della metà più povera. Per questo, il prezzo delle necessità dei più ricchi è pagato da tutti e lo pagheranno soprattutto le generazioni future. In realtà, i jet privati rappresentano una questione di disuguaglianza climatica. In quattro ore, infatti, un jet privato emette circa la stessa quantità di CO2 di quella che un individuo produce in un anno. I viaggi su jet privati potrebbero essere sostituiti percorrendo tragitti via treno che sono 50 volte meno inquinanti oppure via aereo commerciale che sono tra Le 5 e le 14 volte meno inquinanti.

 

Nella campagna elettorale di settembre l’alleanza verdi e sinistra italiana ha presentato su Facebook la propria campagna per l’abolizione dei jet privati. “Jet privati per spostamenti brevi e superflui, come un aperitivo a Mykonos dalla Sardegna e ritorno in 24 ore. Tonnellate e tonnellate di CO2 emesse quasi per gioco. Una follia”. Anche parte del programma elettorale del partito Unione Popolare chiede: “Uno stop all’utilizzo di jet privati e una progressiva eliminazione dei viaggi aerei su tratte brevi coperte da adeguate linee ferroviarie”. Inevitabilmente questa discussione ha creato un grande dibattito tra chi sostiene che sia necessario abolire un mezzo di trasporto utilizzato da pochi privilegiati ed altamente inquinante e chi invece crede che la questione sia irrilevante.

 

Alcuni, per esempio, evidenziano come in Italia risultino solo 133 jet privati registrati fiscalmente ma la realtà è ben diversa. Molti jet privati posseduti in Italia, infatti, non sono registrati nel nostro paese ma altrove, dove è più conveniente. Inoltre, ad inquinare sono anche i jet stranieri che volano in Italia.  Purtroppo è da considerare il fatto che l’abolizione dei jet privati si scontri con gli interessi legati al turismo e all’economia. I jet privati in Italia, infatti, favoriscono il turismo di lusso che porta grandi guadagni. Una soluzione per combattere le emissioni di CO2 dei jet privati potrebbe essere il carbon offsetting ossia compensare il proprio impatto ambientale finanziando progetti per ridurre le emissioni altrove. Questo però non disincentiva le emissioni e permette agli attori principali di liberarsi della responsabilità di ridimensionare il proprio impatto ambientale. Questa iniziativa potrebbe dunque funzionare solo se accompagnata da un impegno nel ridimensionare il proprio impatto ambientale. Sarebbe opportuno almeno limitare l’utilizzo dei jet privati per questioni di sicurezza e non per motivi futili; tutti dovrebbero responsabilizzarsi di più data la terribile situazione climatica e ambientale in cui verte il paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Bonus trasporti pubblici 2022

Settembre 04

Dal 1 settembre 2022 è possibile richiedere il bonus trasporti pubblici riconosciuto a studenti e lavoratori che hanno un reddito inferiore a 35.000 €. Questo bonus fornisce un aiuto economico di 60 € mensili per mitigare gli effetti negativi dell’aumento dei prezzi sull’economia familiare.

 

La misura è stata introdotta nel decreto Aiuti che ha previsto un fondo di 79 milioni di euro, poi arricchito dal decreto Aiuti bis con ulteriori 101 milioni di euro per l’anno 2022. Il bonus trasporti pubblici è un contributo erogato a tutti coloro che sottoscrivono abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico e di trasporto ferroviario nazionale che hanno dichiarato nel 2021 un reddito personale al di sotto dei 35.000 €. Il buono è pari o inferiore al 100% della spesa da sostenere. Ogni beneficiario può chiedere un solo bonus trasporti al mese nel limite dei 60 € previsti entro il 31 dicembre 2022 o fino a esaurimento risorse.

 

Il bonus di 60 € per abbonamenti ai trasporti pubblici spetta a studenti, lavoratori e pensionati, dunque a tutti coloro che usufruiscono di tali servizi. L’agevolazione è riconosciuta a coloro che hanno già attivi o sottoscriveranno abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale o interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale. Il bonus è utilizzabile per l’acquisto di abbonamenti annuali o mensili a seconda delle necessità. Per richiedere il bonus trasporto pubblico deve essere usata la piattaforma informatica raggiungibile presso il sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. La persona interessata presenta un’istanza a titolo personale o per conto di un minore effettuando l’accesso alla registrazione sul portale tramite Spid o carta d’identità elettronica. All’atto della registrazione, il beneficiario fornirà le dichiarazioni sostitutive di autocertificazione.

 

Senza dubbio questo bonus ha riscontrato fin da subito un buon esito infatti nella prima settimana di settembre sono già più di 515mila i voucher emessi nell’ambito del bonus trasporti. Questa è una misura importante a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e dei giovani per ridurre i propri costi di trasporto. Di recente, infatti, la popolazione è già provata a causa dell’aumento del caro-energia dunque può essere utile una riduzione di prezzi che favorisce l’uso di veicoli pubblici. Questa iniziativa è fondamentale soprattutto perché induce molte più persone ad utilizzare i mezzi pubblici e non privati, favorendo la riduzione dell’inquinamento dell’aria e un minor impatto ambientale.

 

 

 

 

 

 

 

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Risale alle ore 19:33 di oggi la sconvolgente notizia della morte della regina Elisabetta II. All’età di 96 anni la regina d’Inghilterra si è spenta, oscurando i cuori di tanti suoi sostenitori.

 

Nelle scorse ore il Palazzo Reale aveva diffuso un comunicato per dire che i medici della regina erano preoccupati per le sue condizioni di salute e, poco dopo, tutti i familiari l’avevano raggiunta al castello di Balmoral, in Scozia. La famiglia reale ha comunicato dopo poche ore che la regina è morta in pace questo pomeriggio e che il re Carlo e la regina consorte Camilla rimarranno lì questa sera e torneranno a Londra domani.

 

Elisabeth Alessandra Mary nacque a Londra il 21 Aprile 1926 e divenne la nuova erede al trono inglese il 6 Febbraio 1952 dopo la morte del padre Giorgio VI. Il 2 giugno 1953 fu ufficialmente incoronata e divenne la prima monarca inglese proclamata in eurovisione. La regina ha regnato per ben settant’anni ed è stata la sovrana più longeva del mondo. Inoltre, ha visitato ben 193 Paesi, ha incontrato 15 premier britannici, 13 presidenti degli Stati Uniti e molti grandi leader del mondo. 

 

L’operazione London Bridge è stata da poco avviata tramite la celebre frase in codice “London Bridge is down”. Con questa frase prende avvio l’operazione che descrive cosa debba accadere alla morte della regina. Questo piano esiste da più di 65 anni ed è suddiviso in diverse tappe. Inizialmente il premier britannico viene avvertito da un funzionario dell’accaduto. Dall’unità di crisi del ministro degli Esteri britannico parte un messaggio per i governi del Commonwealth di cui la regina è capo dello Stato. Infine, vengono informati ambasciatori e primi ministri stranieri e poi il mondo intero. Intanto, viene posto sul cancello del Palazzo Reale un avviso di lutto. Il sito web reale diventerà una pagina con quello stesso avviso su uno sfondo nero. Subito dopo la morte della regina il futuro re Carlo ha parlato al Paese: “La morte della mia amata madre è un momento di grande tristezza per me e per tutti i membri della mia famiglia. So che la sua morte sarà profondamente sentita in tutto il Paese, il Regno, il Commonwealth e da innumerevoli persone nel mondo. È di conforto la consapevolezza dell’affetto e del rispetto provato per la regina”.

 

Elisabetta II ha dedicato tutta la sua vita alla monarchia ed è stata fedele alla promessa che fece da giovane a Cape Town, quando era appena diventata regina. In quell’occasione dichiarò davanti a tutti che avrebbe trascorso la sua intera vita, sia essa lunga o breve, al servizio della grande famiglia imperiale a cui tutti appartengono. Fin dai primi anni del suo Regno la regina mostrò un grande rigore che si era autoimposta ma, con il passare degli anni, si è notevolmente ammorbidita, anche se si è sempre dimostrata riservata in pubblico. Fin dal 1952, quando divenne regina, ha dimostrato determinazione, onestà, sensibilità e preparazione fuori dalla norma. Sebbene fosse una regina inglese, tutto il mondo ne sentiva il suo impatto e purtroppo la morte della Regina Elisabetta rappresenta la fine un’era.

 

 

 

 

 

 

 

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Ebbene sì, torniamo a parlare dei Beatles, non solo perché, con una nuova lettura lontana dal lungometraggio originale del 1970 partorito dal regista Michael Lindsay-Hogg, il nuovo documentario sulle “Get Back sessions” ha vinto ben 5 Emmy Awards, ma perché il figlio dello storico produttore George Martin, Giles, ha dichiarato che in autunno, esattamente il 28 ottobre, ci sarà la ristampa di Revolver che conterrà tante novità.

 

Certo, dopo i recenti remasters, ci si domanda se ha senso riaggiornare dei dischi rimasterizzati meno di quindici anni fa e se è davvero il caso di riproporre, certo in formato diverso, la stessa musica.

La risposta è “sì”. Quelli del 2009 partivano dai master tapes originali e venivano adattati alle frequenze digitali.  Basti pensare a come suonava male la discografia dei Beatles del 1987 pubblicata su CD,

 

Adesso c’è una tecnologia, la stessa utilizzata da Peter Jackson per Get Back, in grado di valorizzare davvero i Fab Four di quei tempi. L’ultima l’operazione di remixaggio è stata semplice poiché ha riguardato album registrati con 8/16 piste (White Album e Abbey Road) pensati sin da subito per essere riprodotti anche in stereofonia. Ma con quelli più datati sembrava impossibile metterci mano perché da prassi erano registrati perlopiù con un semplice registratore Studerj37 a 4 piste, così fino allo scorso anno non si potevano isolare strumenti e voci.

 

Allora perché non iniziare con Please Please me, uscito sessant’anni fa, perché iniziare proprio da Revolver che non contiene neanche la mitica Yesterday?

 

L’unica risposta che riteniamo valida è che il 1966 fu per i Beatles un anno di svolta che portò un cambiamento nel gruppo, sia dal lato artistico che da quello interiore.

Proprio nel ’66 i Beatles smisero di comportarsi come una “semplice orchestrina” per folle urlanti e iniziarono a valorizzare la loro arte, ben prima di Sgt. Pepper’s, negli studi di Abbey Road.

Il modo di lavorare cambiò non solo per la band, ma anche per i nuovi tecnici della EMI, tra cui Geoff Emerick, che erano costretti, dai quattro di Liverpool, a trovare nuovi escamotage, con i limitati mezzi che la casa discografica metteva a disposizione, per superare i limiti tecnologici degli anni ’60.

 

Tra queste intuizioni, oggi ovvie, citiamo quella di Emerick che per incrementare il suono dei vari dispositivi musicali abbandonò l’uso dei microfoni panoramici in favore di quelli ad asta, appoggiati sulle casse o sugli strumenti. Tra le altre furbate vi fu l’utilizzo di una strana “lavatrice”, definità così da George Martin, il varyspeed, utilizzata per cambiare tempo o pitch a un brano già registrato.

 

Ma torniamo al presente per conunicare agli appassionati che il “nuovo” Revolver non conterrà semplicemente le tracce rimasterizzate in Dolby Atmos, ma nella nuova super deluxe edition ci saranno 5 dischi che conterranno demo e takes alternative che faranno scoprire i lavori in corso di questa opera, e, addirittura si potrà ascoltare anche un mix aggiornato del 45 giri, Paperback Writer/Rain,registrato durante queste session. Tutto accompagnato da un librone di 100 pagine con la prefazione di Paul McCartney.

Noi non vediamo l’ora di ascoltarlo!

 

link alla foto: https://www.amazon.it/Revolver-Special-Super-Deluxe-5CD/dp/B0BB3F4J1J/

Parlare di energia nucleare in Italia ha assunto, soprattutto negli ultimi vent’anni, le caratteristiche di un argomento avvolto di disinformazione e stereotipi. L’alta pericolosità degli impianti e lo sfruttamento del materiale radioattivo hanno convinto gli italiani a decretare la fine della presenza di centrali atomiche nel nostro Paese. Questo ha determinato l’utilizzo di altre fonti energetiche sfruttando risorse fossili o rinnovabili.

La scelta italiana di uscire dal nucleare, in realtà, non è mai stata presa direttamente dei cittadini perché gli italiani hanno sempre risposto unicamente a domande referendarie legate all’utilizzo e al deposito di materiali fossili. Il nucleare, invece, è spesso stato materia di competenza dello Stato. Dagli anni 60, dunque, si è assistito al graduale spegnimento delle centrali presenti sul territorio e alla loro progressiva dismissione.

 

Lo sfruttamento dell'energia nucleare in Italia ha avuto luogo tra il 1963 e il 1990. Le quattro centrali nucleari italiane sono state poi chiuse a causa dei limiti d'età o a seguito dei referendum del 1987. Il dibattito sull'eventuale reintroduzione dell'energia nucleare si era aperto fra il 2005 ed il 2008 dopo l'impennata dei prezzi di gas naturale e petrolio. L’argomento è stato poi nuovamente messo da parte con il referendum abrogativo del 2011. Attualmente, sembra che il nucleare sia tornato ad essere argomento di discussione prima delle elezioni di settembre. Sostenuta o avversata dai partiti per motivi diversi; l’energia nucleare è spesso vista dall’opinione pubblica in modo negativo.

Il nucleare, ovviamente, ha i suoi pro e i suoi contro. L’energia nucleare, per esempio, ridurrebbe le emissioni di anidride carbonica responsabile dell’effetto serra, eliminerebbe il legame di dipendenza dell’Italia da altri Paesi fornitori di energia e gas, fornirebbe energia più pulita e a basso costo. D’altra parte, però, i costi per costruire una centrale nucleare sono elevati così come quelli dello smaltimento delle scorie. Ci vogliono innumerevoli anni affinché i rifiuti nucleari non siano più radioattivi, il trasporto di scorie nucleari ha un alto costo e le eventuali fuoriuscite dalle centrali provocherebbero danni a lungo termine all'ambiente e all'uomo.

 

Prima della presentazione degli attuali programmi elettorali, ambiente e transizione energetica non sono stati temi su cui i partiti politici hanno puntato molto. Eppure, la lotta al cambiamento climatico dovrebbe essere una priorità assoluta per tutti e potrebbe essere uno dei principali temi di dibattito in campagna elettorale. È necessario considerare che il tema energetico sia molto complesso da affrontare in questo momento. Questo accade soprattutto perché la recente guerra in Ucraina ha reso evidente a molti italiani l’eccessiva dipendenza dal gas russo. Un altro motivo che rende difficile ma indispensabile la discussione riguardo le fonti energetiche è l’emergenza climatica. Questa, infatti, necessita di un piano strutturato di investimenti per migliorare le condizioni climatiche future. Servono soluzioni realistiche, urgenti ed efficaci per contrastare l’aumento dei prezzi, la dipendenza energetica e tutto ciò che ne deriva.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Oggi la sessualità è ancora uno degli argomenti più ricco di tabù, di proibizioni e di idee legate a ciò che è giusto o sbagliato. Nell’antica Roma, invece, non era considerato un argomento da evitare. Questo si può evincere facilmente recandosi a Pompei e osservando le immagini sensuali ed erotiche esposte per la mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei".

Le immagini dal contenuto erotico, scoperte dagli archeologi fin dal 1748, si ritrovano in tutti gli spazi della città antica: santuari, terme e stanze di abitazioni. Sebbene la mostra sia aperta già dal 21 aprile 2022, essa sarà disponibile ancora fino al 15 gennaio 2023 ed ha luogo nella Palestra grande degli scavi di Pompei. La mostra ha lo scopo di illustrare e raccontare la presenza e il significato di soggetti sensuali ed erotici nelle domus e nella quotidianità degli abitanti di Pompei.

 

Tra le 70 opere in esposizione, tutte provenienti dai depositi del Parco Archeologico di Pompei, sono presenti anche reperti di recente scoperta. Per esempio, troviamo esposti due medaglioni in bronzo con scene erotiche del carro cerimoniale di Civita Giuliana. È presente anche il raffinato soffitto del cubicolo della Casa di Leda e il cigno rinvenuto in crollo sul pavimento, poi ricomposto e restaurato. Di ancora più recente restauro, sono le 3 pareti del cubicolo ricostruito della Villa di Gragnano in località Carmiano. L’iter si completa con un percorso alla scoperta degli edifici all'interno del sito, caratterizzati da affreschi e riferimenti a tema, illustrati con il supporto dell’app My Pompeii.

Sarà presente anche un’apposita guida per bambini, che li aiuterà ad accostarsi ad un tema per loro difficile con leggerezza. I più piccoli visiteranno la mostra conoscendo anche una serie di figure protagoniste nei miti antichi. La mostra ospita soprattutto opere da Oplontis, come Ermafrodito e Satiro e due coppie di centauri. Nell’esposizione si cerca di ricostruire la dimensione esperienziale e quasi cinematografica che evoca l’immaginario antico e riproduce i contesti dell’antica Roma.

 

Stupore, curiosità e imbarazzo sono le emozioni che molti provano vedendo pitture e sculture sensuali ed erotiche. Il rinvenimento di queste testimonianze ci fa comprendere che il mondo antico, in alcuni casi, sembra diverso dalla visione classicista spesso diffusa. Addirittura, nel mondo romano la sessualità era vissuta in modo molto più naturale e tranquillo di oggi. Nonostante il costante processo di liberalizzazione dalla morale religiosa, infatti, nella nostra cultura la visione negativa spesso prevale ancora sulla sfera più puramente istintuale. Questa mentalità causa in molti sentimenti di vergogna, paura e ansia. Questo accade soprattutto perché si tende a non parlare molto di questo tema, ritenendolo un argomento ostico. Lo strumento tramite il quale si può favorire una consapevolezza della propria sessualità e la possibilità di viverla con libertà e serenità è l’educazione sessuale e una maggior sensibilizzazione dell’argomento data, per esempio, da libri, dialoghi ed esposizioni d’arte come quella di Pompei.

 

 

 

 

 

 

Link alla foto: https://ecampania.it/wp-content/uploads/2020/04/pompei-leda-cigno-regio-v-01-1130x650.jpg

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