Ebbene sì, torniamo a parlare dei Beatles, non solo perché, con una nuova lettura lontana dal lungometraggio originale del 1970 partorito dal regista Michael Lindsay-Hogg, il nuovo documentario sulle “Get Back sessions” ha vinto ben 5 Emmy Awards, ma perché il figlio dello storico produttore George Martin, Giles, ha dichiarato che in autunno, esattamente il 28 ottobre, ci sarà la ristampa di Revolver che conterrà tante novità.
Certo, dopo i recenti remasters, ci si domanda se ha senso riaggiornare dei dischi rimasterizzati meno di quindici anni fa e se è davvero il caso di riproporre, certo in formato diverso, la stessa musica.
La risposta è “sì”. Quelli del 2009 partivano dai master tapes originali e venivano adattati alle frequenze digitali. Basti pensare a come suonava male la discografia dei Beatles del 1987 pubblicata su CD,
Adesso c’è una tecnologia, la stessa utilizzata da Peter Jackson per Get Back, in grado di valorizzare davvero i Fab Four di quei tempi. L’ultima l’operazione di remixaggio è stata semplice poiché ha riguardato album registrati con 8/16 piste (White Album e Abbey Road) pensati sin da subito per essere riprodotti anche in stereofonia. Ma con quelli più datati sembrava impossibile metterci mano perché da prassi erano registrati perlopiù con un semplice registratore Studerj37 a 4 piste, così fino allo scorso anno non si potevano isolare strumenti e voci.
Allora perché non iniziare con Please Please me, uscito sessant’anni fa, perché iniziare proprio da Revolver che non contiene neanche la mitica Yesterday?
L’unica risposta che riteniamo valida è che il 1966 fu per i Beatles un anno di svolta che portò un cambiamento nel gruppo, sia dal lato artistico che da quello interiore.
Proprio nel ’66 i Beatles smisero di comportarsi come una “semplice orchestrina” per folle urlanti e iniziarono a valorizzare la loro arte, ben prima di Sgt. Pepper’s, negli studi di Abbey Road.
Il modo di lavorare cambiò non solo per la band, ma anche per i nuovi tecnici della EMI, tra cui Geoff Emerick, che erano costretti, dai quattro di Liverpool, a trovare nuovi escamotage, con i limitati mezzi che la casa discografica metteva a disposizione, per superare i limiti tecnologici degli anni ’60.
Tra queste intuizioni, oggi ovvie, citiamo quella di Emerick che per incrementare il suono dei vari dispositivi musicali abbandonò l’uso dei microfoni panoramici in favore di quelli ad asta, appoggiati sulle casse o sugli strumenti. Tra le altre furbate vi fu l’utilizzo di una strana “lavatrice”, definità così da George Martin, il varyspeed, utilizzata per cambiare tempo o pitch a un brano già registrato.
Ma torniamo al presente per conunicare agli appassionati che il “nuovo” Revolver non conterrà semplicemente le tracce rimasterizzate in Dolby Atmos, ma nella nuova super deluxe edition ci saranno 5 dischi che conterranno demo e takes alternative che faranno scoprire i lavori in corso di questa opera, e, addirittura si potrà ascoltare anche un mix aggiornato del 45 giri, Paperback Writer/Rain,registrato durante queste session. Tutto accompagnato da un librone di 100 pagine con la prefazione di Paul McCartney.
Noi non vediamo l’ora di ascoltarlo!
link alla foto: https://www.amazon.it/Revolver-Special-Super-Deluxe-5CD/dp/B0BB3F4J1J/