C'era una volta uno sceicco molto ricco che, stufo delle mura del suo lussuoso palazzo, decise di intraprendere un viaggio in Europa con le sue mogli, i suoi figli e tutta la sua corte. Non avendo conoscenza dei luoghi da visitare, lo sceicco scelse delle fanciulle, istruite e di bel aspetto, che conoscessero bene le usanze dei luoghi, e, offrendo loro monete e bei doni, gradiva con tutta la corte della loro compagnia.
No. Non è l'inizio di un racconto de 'le mille e una notte' , ma una fatto realmente accaduto. Le ragazze sono selezionate da una nota agenzia di moda padovana che, essendo stata contattata direttamente dallo Dubai, il 4 aprile ha iniziato i casting alla ricerca delle ragazze con le doti giuste.
Le accompagnatrici devono:
- avere un'età compresa tra i 18 e i 26 anni
- parlare fluentemente l'inglese
- essere di bella presenza, intelligenti e poco timide
- avere ampia padronanza sulle mode del momento
- essere capaci di effettuare un rapido pronto soccorso
Tutto per essere sempre pronte a gestire qualunque evenienza; le ragazze potranno accompagnare le signore nei migliori negozi di alta moda, sapranno gestire con grazia e astuzia qualunque situazione di difficoltà e potranno acquistare, a spese dello sceicco, tutto ciò che desiderano. Insomma un vero sogno per alcune, un incubo per altre che forse ancora preferiscono un paio di scarpette a proprie spese piuttosto che delle Louboutin belle e regalate.
E voi?! Vendereste il vostro savoir faire allo sceicco di turno per una preziosa Chanel?
Porno o non porno? No, non si tratta di una parola forte buttata lì, a inizio articolo, per catturare l'attenzione del lettore come il cane all'osso. Parliamo proprio di Pornografia. Squallida, seria, divertente, ridicola, artistica pornografia. Non molti giorni fa, infatti, é nato il braccio inglese di Stop Porn Culture organizzazione fondata da Gail Dines, autrice del libro Pornland - Come il porno ha dirottato la nostra sessualità. Sì, cari amanti del genere, fate bene a iniziare a preoccuparvi dato che l'organizzazione è già presente in Norvegia, Germania, Austria e Stati Uniti. Ma, mentre la nostra Dines si batte per dimostrare quanto l'industria pornografica rappresenti la più maschilista delle immagini femminili, la ventinovenne Renèe Richards, affermata pornostar, lotta per difendere la sua arte.
La diva sottolinea l'abisso tra l'industria del porno, in cui due adulti consenzienti fanno sesso, e la violenza su donne o minori: «Nessuna di noi è stata obbligata a prostituirsi o a essere un’attrice porno - continua la Richards - censurare non serve a nulla: fermiamo i protettori non chi lavora». Ma per le attiviste di Stop Porn la prostituzione e la pornografia sono due cose inscindibili e a gridarlo forte e chiaro è proprio Rebecca Mott che per quasi dieci anni è stata costretta a prostituirsi, per intenderci un po’ come la Jodie Foster di Taxi Driver (nell'immagine). Insomma, femministe da un lato e dall'altro della barricata non fanno sconti quando si tratta dei diritti delle donne: le une insistono che la legalizzazione della pornografia altro non è che la legalizzazione di un abuso, le altre, invece, gridano forte e chiaro che il loro è un lavoro da tutelare come tanti altri. C'è chi la pensa come la pornostar campana Valentina Nappi, la quale stila sul suo blog “Il Manifesto delle Zoccole” ritenendo la pornografia un’arte, oltre che un lavoro, che eleva il genere femminile, e chi condanna in modo aspro e categorico tutto ciò che contiene la parola sess… . «Mio Dio che parolaccia!». In mezzo, però, c’è forse la verità di chi, come Cari Mitchell, ex prostituta e presidente dell’English Collective of Prostitutes, denuncia che casi di sfruttamento nell’industria del porno sono diffusissimi, ma proprio l'assenza di diritti rende impossibile denunciare.
E se il mondo del porno fosse un idillio di legalità e di benessere, allora cosa condurrebbe al fallimento il buon Rocco e tutta la busta di patatine? Forse la mancanza di trasgressione e la banalità di un’erezione. Non si tratta di cattolico bigottismo, né di musulmana tendenza al burqa, probabilmente si tratta di perdere il valore di un qualcosa che Benigni chiamava “quella cosa lì, in quel punto così difficile!”.
Per alcune non c’è niente da perdere, non si rischia niente se non di imparare qualcosa di nuovo, di apprendere una nuova arte, un modo naturale e primordiale di vivere le proprie pulsioni, ma forse ragazze qualcosa da perdere c’è. Ci sono in ballo le guance rosse di quando chi ami ti guarda, c’è in ballo quel profumo che fa tremare le gambe e la purezza della pelle intonsa.
No, non c’entrano niente la bigotta verginità di costume e lo smielato romanticismo “made in Disneyland”. C'entra, invece, l'amore incompleto della povera Giulietta che in meno di una settimana ha provocato quattro morti e troppi feriti, ma che non si è risparmiato fino a consumarsi: perché, fidatevi, se guardare Barbie e Ken che ci danno dentro è anticonvenzionale, Romeo era più avanti di Mick Jagger.
Labbra holliwoodiane, decolté da capogiro e chioma color dell'oro . . . sì, si tratta proprio della strepitosa Johansson! Chiunque sia appassionato del genere "Woody" non può dimenticare quel suo sguardo ipnotico in "match point" né tantomeno il bacio con la Cruz in "Vicky Cristina Barcelona" che, non a caso, hanno fatto salire la nostra Barbie sul trittico delle donne più sexy del pianeta. Stavolta però, le testate di tutto il mondo non raccontano del suo fascino quanto, piuttosto, del suo poco buon senso! Mi dispiace deludervi ma non si tratta di UN conflitto all'ultimo botox : la nostra stella si trova nel bel mezzo DEL conflitto Israele-Palestina! Dal 2007 boccoli d'oro era infatti ambasciatrice Oxfam ( confederazione di 17 organizzazioni non governative che lavorano per trovare la soluzione definitiva alla povertà e all'ingiustizia ) ma, pochi giorni fa, ha dovuto lasciare l'incarico per divergenze di opinione sull'occupazione israeliana in Cisgiordania. La bella Scarlett é diventata piuttosto il volto di SodaStream, una società di gasatori per bibite la cui fabbrica si trova nella colonia di Ma'ale Adummim, insediamento Israeliano a est di Gerusalemme, in Cisgiordania. La cosa, a quanto pare, non è affatto piaciuta a Oxfam che subito ha accettato le dimissioni. SodaStream si difende sostenendo che, impiegando personale palestinese, offra un modello esemplare di pacifica cooperazione, tuttavia questi insediamenti sono considerati illegali dalla comunitá internazionale e condannati da diverse Ong tra cui la nostra Oxfam. E l'innocente nazione della innocente Barbie come la difende? Eliminando la pubblicazione dello spot dal Super Bowl, la scorsa domenica, per la frase sussurrata "Sorry Coke and Pepsi". E già, mia cara Scarlett, mi sa proprio che questa volta l'hai combinata grossa! Chi diceva che le bionde hanno poco cervello?!
"Un piccolo party non ha mai ucciso nessuno!"
Sfavillanti mini dress a fior di rossa lingerie, acconciature cotonate alla Brigitte bijoux-bijoux e sfavillanti accessori in pandant con unghie laccate hanno reso, anche quest anno, le "capodannine" degne degli onirici party del Grande Gatsby. Non importa se la festa é in una villetta nel bel mezzo di una campagna o nel locale più in della cittá, non importa se si é accompagnate dal principe azzurro o dallo sfigato collega universitario, non importa se si arriva in limo o con la pandarella di mamma: quel che conta è rispettare il dress-code che la loro specie impone!
Altra categoria è quella delle "no capodan"... Allo stesso modo dei no global e dei no tav, la loro fede é boicottare il veglione e, con pleddino, pigiamone e dvd disney, manifestano il loro disinteressamento più totale da tutto ciò che possa ricordare sobri trenini sulle note di brazil, lasciando trasparire una certa superiorità al tanto in voga "anno nuovo vita nuova".
Infine ci sono quelle che "capodanno è tutto l'anno"... ma sì perché magari anche quel giorno è frenetico come tutti gli altri, magari anche a capodanno si studia e/o si lavora e si ha giusto il tempo di organizzare in calcio d'angolo un dopo cenone in maglione e ballerine in compagnia del monopoli, il camino e gli amici di sempre.
Insomma, che tu abbia tra le mani un flute di champagne, una tazzona di cioccolata calda o una bottiglia quasi vuota di spumante dozzinale...un brindisi al nuovo anno!
E tu che tipo sei?!
"Sposati e sii sottomessa" no non é una legge medievale, non é un passo del corano e tantomeno un consiglio della zia bigotta ma . . .il titolo di un libro! Già, proprio così e, mantenetevi forte, a scriverlo è stata una giornalista italiana. Niente ironia nel titolo e nei contenuti piuttosto tanta derisione da parte degli sbigottiti spagnoli nella cui Nazione il libro ha suscitato stupore e compassione per i cavernicoli fratelli mediterranei. E così mentre la "fredda" Svezia incoraggia le donne a lavorare e a raggiungere la parità tra i sessi nel livello di occupazione, concedendo la paternità ai latte dads, nella "calda" Italia sei fortunata se sei incinta e non ti licenziano. Come se non bastasse sembra proprio che qualcuna si diverta a mettere il dito nella piaga: la scrittrice del "capolavoro" é dunque la giornalista Miriano che insiste con le sue "moderne" convinzioni sulla "donna zitta e lava" in un'intervista concessa ai microfoni de "La Zanzara" su Radio24.La legge che consente l'aborto va eliminata. Adesso ci sono i mezzi per decidere prima e se una donna non vuole abbandonarlo dopo la nascita, ci sono famiglie in fila per l'adozione. È possibile abbandonarlo in ospedale senza riconoscerlo. - Afferma impavida la signora dalle larghe vedute e alla domanda sulle coppie gay risponde - Noi ci curiamo tanto della mozzarella che sia dop, ma l’uomo e la donna dopotutto sono un maschio ed una femmina che generano una vita. Gli altri sono geneticamente modificati. Il progetto naturale sull’essere umano è che un maschio e una femmina generino una vita. (...) Putin mi piace. E’ l’uomo dell’anno. Le leggi sui gay sono giuste. Putin è contro la propaganda degli omosessuali, lui non permette la propaganda perché vuole difendere i minorenni. Insomma Putin santo subito e una areola premio a tutte le fanciulle che dedicano la propria esistenza al benessere del marito. Perdona l'uomo che ti tradisce , dietro ogni grande uomo c'é una grande donna, "aiuta" l'amica che non può portare avanti la gravidanza a non abortire: questi sembrano essere i comandamenti della giornalista. No. Cara signora Miriano non è così: l'amore per il proprio compagno/a di vita è tutt'altro e quello per i figli è molto più che abbandonarlo in una sala parto purché si abbia pulita la coscienza.
Credo che la cosa importante sia rendere grande la propria vita, perché no insieme a qualcuno/a che si ami, credo che un bambino vada amato e desiderato, non solo partorito e credo che l'Italia sia in debito di garanzie con troppe mamme che sono costrette a scegliere tra la loro vita e quella di chi portano in grembo.
Violentata, stuprata, usata, zittita, ignorata, violata, offesa, insultata, umiliata, esclusa: i dieci verbi della vergogna. Ci piace chiamarli così, potremmo usarne tanti altri ma ne bastano dieci per gridare forte e chiaro quello che troppe non possono, non vogliono, non riescono a dire. Violenza fisica, violenza sessuale, violenza psicologica, violenza in famiglia, nella società...perché si è sole, senza forze, senza speranze e anche quando il coraggio non manca, manca la forza di rialzarsi. Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: bei discorsi, qualche applauso e chiacchiere sul "si stava meglio quando si stava peggio", addirittura organizzatissimi flashmob e manifestazioni sembrano voler risolvere il caso e ripulire le coscienze: è importante ma non basta. Lo sanno bene le più di cento donne uccise in Italia dall'inizio dell'anno... solo perché donne. Lo sa bene il 50% della popolazione femminile Italiana che non è inserita nel mondo del lavoro...perché nel 2013 la parità dei sessi sembra ancora lontana. Lo sanno bene tutte quelle che restano in silenzio... perché "tanto lui in fondo mi ama" e quelle che vogliono gridare e non hanno più voce...perché nessuno ascolta. Basta! La violenza sulle donne in ogni sua forma è un reato oltre a essere un vigliacco abominio.
Per questa ragione, in modo che ogni data del calendario rappresenti la ‘giornata contro la violenza sulle donne’, abbiamo stilato una nostra personalissima lista degli articoli che meglio ci rappresentano nella ricerca di ciò che vogliamo portare avanti e di quello a cui invece diciamo basta.
Un semplice click sul titolo vi porterà all’articolo corrispondente.
Iniziamo…
1. Sì alle donne che cambiano la storia: Margherita Hack - grazie signora delle stelle e Lettera a una scienziata
2. BASTA stupri come arma di guerra: La guerra che fa male
3. Sì al diritto alla maternità: Il ventre delle donne
4. BASTA violenza familiare: "E' irrecuperabile ma quasi quasi me lo tengo": dove l'amore finisce
5. Sì al diritto all'istruzione: Malala Yousafzai: voce di pace in un tempo di guerra
6. BASTA spose bambine: 16 anni e incita... che dico? Molto meno!
7. BASTA babymiss: Babymiss - lo stop dalla Francia
8. Sì alle donne in pantaloni: Wearing trousers
9. BASTA matrimoni temporanei: Un matrimonio dalle ore contate - la vergogna della guerra
10. Sì alla bellezza delle donne: Pirelli 2013 - quando il nudo è demodé
11. BASTA vittime della società: Una scollatura di troppo - la Turchia fa un salto indietro
12. Sì al diritto al culto: Quattro t per pregare - arrestate al muro del pianto
13. BASTA schiave: L'ultima fuggitiva
14. Sì al diritto di espressione: Malina Suliman spray a colori in un tempo grigio
15. BASTA femminicidio: Femminicidio - lo stop della Bolivia
16. Sì al diritto di essere donna: Oggi 8 marzo
Facciamo in modo che ogni giorno, non solo oggi, si dica BASTA alla violenza sulle donne.
Anche tu starai pensando: " Ma che carina questa ragazza nell'immagine sù riportata. . . sguardo dolce, nasino all'insù, occhi grandi e luccicanti proprio come i protagonisti di piccoli problemi di cuore!" Femi tutti: non è una sola ragazza, sono tre. Già, e non si tratta di sorelle, gemelle o prodigi della natura. Il trucco c' è ma la povera madre natura stavolta si tira indietro e lascia spazio alla sorellastra chirurgia estetica. È successo in Corea del Sud, prima al mondo nell'utilizzo della chirurgia plastica: le venti concorrenti a Miss Corea 2013 sono tutte uguali! Sembra proprio che nel Paese, infatti, la chirurgia estetica sia diventata come il make-up: perché affaticarsi tra ombretti e rossetti quando poter ottenere a suon di bisturi gli occhi della Cruz e labbra della Johansson?! Dunque: la chirurgia plastica è una manna dal cielo e noi rispettiamo e stimiamo le magiche mani bianche che ricostruiscono volti, ridanno dignità e, perché no, con un ritocchino aumentano l'autostima di molti, ma non è che si stia esagerando?! Non si tratta di una discutibile taglia in più al seno, del tanto dibattuto canotto labiale e, lungi da questi paragoni, di ricostruzioni facciali post-traumatiche: qui c'è in gioco il valore dell'identità.
Care ragazze la gara è alla reginetta più bella, più affascinante e quindi più diversa dalle altre, non al clone meglio riuscito!
Cara Daisy ti scrivo...
" Mi disse che era una bimba, e così voltai la testa e mi misi a piangere. - Bene - dissi - sono contenta che sia una bambina. E spero che sarà stupida: è la miglior cosa che una donna possa essere in questo mondo, una bella piccola oca giuliva - ". Lo dicevi tu, Daisy Buchanan, nel Grande Gatsby e, dopotutto, come darti torto! Ma sì, perché noi ragazze, pur di entrare di diritto nell'elenco delle stafighe, ci mettiamo alla spasmodica ricerca delle seguenti etichette da aggiungere al curriculum: intelligente, magra e, perché no, degna del signor Darcy di turno. Basti guardare l'incipit del diario della vecchia Bridget per trovare almeno uno di questi punti nei buoni propositi di ognuna di noi: "Decisione numero uno: ovviamente perdere dieci chili. Numero due: mettere sempre a lavare le mutande della sera prima. Ugualmente importante: trovare un ragazzo dolce e carino con cui uscire ..."
Andiamo con ordine: perdere dieci chili. Parliamone: conosciamo tutte la formosa Brigitte e l'abbondante 44 della strepitosa Merilyn, dunque, quando è iniziata questa ossessione per le cosce da fenicottero?! Armatevi di lancia e scudo, sto per darvi nome e indirizzo della diretta interessata: Twiggy Lawson. Da shampista a supermodella londinese l'amata icona dei sessanta deve il suo nome d'arte al suo "irresistibile" corpo che ricorda appunto un Twiggy, uno stecchino. Un grazie a te, davvero, per aver reso con il tuo stramaledetto metabolismo accelerato l'estrema magrezza icona di stile.
Il secondo grazie lo dedichiamo alla grandissima Jane Austen: senza di te saremmo state felicemente consapevoli che...non esiste nessun Darcy!!! "...devo dirvelo: mi avete stregato anima e corpo e vi amo, vi amo...vi amo. E d'ora in poi non voglio più separarmi da voi." Mi faccia il piacere signor Darcy, sei solo l'invenzione letteraria di ... - guarda un pò - una donna!
E infine il mio grazie va a tutte quelle donne che si sono battute con ardore per la parità dei sessi e hanno dato il loro contributo alla scienza: grazie davvero ragazze, ora, oltre a badare alla casa, crescere i bambini, fare la dieta e curare l'aspetto, dobbiamo anche spaccarci la schiena sui libri prima e al lavoro poi!
Cara Daisy, lo smalto si è asciugato, la mia barretta integrale è finita e il bucato è stirato. . .vado a studiare che i bambini dormono e domani sono di turno al lavoro!
Una donna.
-Un grazie senza ironia a tutte le Jane Austen della storia che ci hanno dato la possibilità di diventare piccole eroine di tutti i giorni.-
"Donna al volante pericolo costante!" . . .è quello che si dice quando ci si imbatte in una bella signorina alle prese con il rossetto e lo specchietto retrovisore, o una "miss" in transatlantico che non riesce a fare manovra. Ma sì, perché non cambiare strada davanti al gatto nero e "cielo a pecorelle pioggia a catinelle"! Signori benvenuti nel 2000: l'era dell'evoluzione e della parità dei sessi, l'epoca in cui la società si evolve, le donne smettono di fare le mamme a tempo pieno, raggiungono la propria indipendenza sotto tutti i punti di vista e - mantenetevi forte - sanno addirittura guidare l'automobile! Non la pensa di certo così quell'amabile ragazzo arabo che sento intonare al t.g. un'allegra "no woman no drive". In Arabia Saudita c'è infatti una legge che, dall'ormai lontano 90' , vieta alle donne di guidare. Nel 2011 la prima protesta delle signore si concluse con diversi arresti, quella dello scorso sabato si è conclusa invece con qualche multa. La dimostrazione era stata ben organizzata, ma, a causa delle minacce del governo, si è ridotta a singoli atti. Il "women2drive" , tuttavia, sembra proprio non volersi arrendere e indice una giornata di protesta per l'inesistente 31 novembre, a voler indicare che queste donne non si arrenderanno mai.
Come aiutare? Andare sul sito della campagna, stampare ed esporre sul parabrezza il simbolo di questa lotta, firmare la petizione e caricare su youtube l'ennesimo video "teach me how to drive".
"Dio non ci ha detto che non possiamo guidare! " È così che queste signore rivendicano un diritto che, nel sopracitato 2000, dovrebbe essere inalienabile e scontato.
Ci risiamo: "la femmina in t.v. non ci deve stare!" Ma no dai non esageriamo... "non ci deve stare con i vestiti addosso!" Finché si tratti di pomeridiane trasmissioni sui gossip del momento, con tanto di lacrimoni e ipocriti sorrisi, o di culinarie sfide a colpi di matterello: curve e labbroni femminei sono ben accetti e gli ascolti vanno alla grande. Ma, nulla da togliere alla domenicale Lucia Annunziata, quando l'intelletto femminile approda a una delle trasmissioni più seguite "a cena" che spazia da importanti inchieste a momenti divertenti: gli ascolti calano a picco. È il caso di Striscia: la coppia Hunziker-Raffaele è durata infatti ben poco e con loro è crollato anche il mito che già cresceva dei velini al posto delle veline. Dunque: la bella Michelle è di nuovo accompagnata da un trainante "maschio" che ha già in pugno la conduzione del programma ... e la mora e la bionda sono tornate trionfanti sui tacchi per l'amato "stacchetto". Polemiche su polemiche ci hanno fatto credere per un momento che ci sia stata una piccola rivoluzione sul bancone di Ricci, ma non è stato altro che una subdola strategia di rilancio per la trasmissione. Maschilismo, femminismo, scolpiti pettorali o seni prorompenti: perché non puntiamo al livello successivo?! Non che tutte le donne debbano essere delle goffe musone anziane, nè tantomeno i maschietti spettatori dovrebbero cucirsi gli occhi alla vista di cosce sgambettanti, ma diamo importanza a entrambe le cose nella giusta misura, iniziamo a pensare che "dietro un corpo liscio e rotondo ci sia un'intelligenza che vuole essere ascoltata" senza dipendere dall'indiscutibile matador di turno.