“Generazioni senza confini”: l'associazione che riporta la cultura nel rione Cavalleggeri di Napoli

Lunedì, 20 Marzo 2023 21:16
  

“La cultura serve ad animare le coscienze. Abbiamo il dovere di trasmetterla anche ai più piccoli” inizia così il racconto della dottoressa Cinzia De Santis sulla nascita dell’associazione “Generazioni senza confini”.

 

Cosa vi ha spinto a costituire l’associazione “Generazioni senza confini”?

"L’associazione è nata nel 2017. L'idea è nata dal desiderio di  aggregare le persone del territorio, creando un’interfaccia fra scuola e cittadini in una zona come quella del rione Cavalleggeri che attualmente è priva d’identità. Oggi si parla solo di degrado, noi stiamo cercando di portare la cultura al centro dell’attenzione del nostro rione. Non è facile portare avanti la nostra azione operativa, poiché non abbiamo una sede per riunirci e vederci. Per svolgere le nostre attività dobbiamo prima preoccuparci di trovare uno spazio che ci ospiti, poiché ci autofinanziamo. Dalla nascita dell’associazione, ogni estate diamo vita ad un villaggio estivo fondato sulla cultura. Negli anni abbiamo trattato temi ludici, letterari, storici e artistici fino ad approfondire la Divina Commedia."

 

Perché lo chiama villaggio e non campo?

"Perché il campo mi ricorda l’accezione dei lager nazisti e mi dà un senso di chiuso e di discriminazione."

In un’epoca come la nostra, dove i social la fanno da padrone, quanto è difficile portare la cultura nella vita dei più piccoli e delle loro famiglie?

"Partiamo col dire che è sicuramente una cosa difficile, ma non impossibile. Dobbiamo farli appassionare, ma questo è possibile anche grazie alle famiglie che sono già predisposte alla volontà di trasmettere la cultura. Attraverso un modo diverso di insegnare, più pedagogico, potremmo affermare che insegniamo una cultura “a misura di bambino”. Infatti, siamo riusciti anche a fargli scoprire la Divina Commedia.

È la magia del teatro che ci consente di animare ciò che si legge, facendo appassionare i più piccoli."

 

Come fate a coinvolgere gli operatori?

"Semplice, li appassioniamo. Una parte sono familiari, altri amici. Insomma chiunque incontro cerco di coinvolgerlo e di convincerlo a darci una mano. Sicuramente c’è la voglia di mettersi in gioco e di fare comunità. Ovviamente prima li formiamo, perché anche questo è necessario per trasmettere al meglio quello che facciamo e per avere degli operatori che siano sempre preparati."

 

Le istituzioni vi sono vicine?

"Abbiamo una interlocuzione istituzionale, alcune volte esponenti delle istituzioni presenziano alle nostre iniziative. Recentemente sono stata invitata a presentare il nostro progetto alla Commissione turismo ed eventi ludici della X Municipalità." 

 

Il vostro ultimo evento si è svolto a Cavalleggeri ed è risultato essere molto partecipato?

"Sì, c’erano tante famiglie e tanti bambini. A me piace definirlo “carnevale travestito”, perché attraverso questi eventi, cerchiamo di trasmettere la gioia di leggere e anche la capacità di assistere ad uno spettacolo in maniera adeguata. Infatti, siamo stati coadiuvati da una scuola di danza, il Progetto di Danza di Cinzia Di Napoli, che ha portato in scena una coreografia sulle note de “L’amica geniale”, grazie ad una fantastica coreografia del maestro Pietro Autiero. Anzi, desidero ringraziarli per la loro presenza e collaborazione. I bambini sono rimasti contentissimi,  si sono divertiti e sentiti coinvolti anche nella fase di preparazione dei costumi a tema".

 

Qual era il tema di questo carnevale travestito?

"La lettura, bisognava travestirsi da personaggi ispirati ad un libro citandone anche una frase."

Ultima modifica il Lunedì, 20 Marzo 2023 21:29
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