Sanità Tà Tà. È tornata la notte della sanità. Ieri giovedì 5 gennaio, dalle 18 a mezzanotte inoltrata, si è tenuta al rione Sanità di Napoli la V edizione della rassegna musicale sotto la direzione artistica di Massimo Jovine, organizzata dalla terza municipalità in collaborazione con la fondazione di comunità di San Gennaro. La notte della musica che chiude il programma natalizio “Vedi Napoli e poi torni” sostenuto e promosso dall’Assessorato al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli.
Quella notte che ha unito anni fa la città ed ora è tornata a farlo ancora di più. Grandi artisti di vario genere sul palco in piazza Sanità, dai 99 posse a Rosario Miraggio e nove punti musicali con musica dal vivo e dj set. Tanti siti e luoghi culturali aperti con visite guidate a cura delle associazioni del territorio, negozi in festa ed il quartiere al centro. Tante, infatti, le persone del quartiere che hanno affollato le strade e non solo. Presenti concittadini entusiasti di rivivere la notte bianca nuovamente e tanti napoletani e turisti, che hanno vissuto per la prima volta l’evento dell’epifania.
Persone unite, unite dalla musica, quella che scuote il cuore e le coscienze. Quella che in questi anni di assenza non se ne è mai andata davvero, ma che ora era attesa come un bisogno primario. Quella musica che si è riaffacciata nelle case dei napoletani, che ha ridato il sorriso ai tanti balconi riversi sui vicoli, che si tendevano la mano per stare più vicini. È tornato a pulsare il cuore di Napoli, in maniera viscerale, fuori dalla normale logica binaria di contrazione e rilassamento. Quel cuore che non può essere imitato da nessuno, perché autentico, in tutte le sue storture. Un quartiere che per una sera ha rappresentato molto di più. Cercando di infilarsi sotto al palco, nel districarsi tra la gente, si incontravano vari volti, varie storie. Tutte così diverse, anagraficamente e culturalmente, che mai si sarebbero incontrate se non lì. Ieri sera quella piazza – come ha ricordato Valerio Jovine durante il concerto – incarnava il simbolo di rispetto della diversità, partendo dai gusti musicali sino alla vita quotidiana. Un inno alla vita all’insegna della musica che rende persone così diverse in fondo così uguali. Tutte sullo stesso piano, almeno per una sera. E così è stato. Questa è stata la magia. Essere vivi, “so vivo”, come dice il titolo di una canzone di Andrea Tartaglia. Ebbene sì, Napoli ieri era viva ed era bellissima.