“Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” è una mostra d’arte che ha luogo nel Museo e Real bosco di Capodimonte fino al 7 gennaio 2023. La mostra è a cura di Stefano Causa, docente di Storia dell’arte moderna e contemporanea presso l’Università degli studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, e Patrizia Piscitello, responsabile Ufficio mostre e prestiti del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
L’esposizione delle opere si sviluppa nelle 24 sale del secondo piano del Museo e Real Bosco di Capodimonte, diretto da Sylvain Bellenger. In esposizione sono presenti 200 opere provenienti dalle collezioni permanenti del museo, senza prestiti esterni. Una mostra, realizzata in collaborazione con le associazioni Amici di Capodimonte Ets e American Friends of Capodimonte, che si propone di rilanciare il dibattito presentando un’altra lettura del ‘600 napoletano, diventato per gli storici e gli appassionati il secolo di Caravaggio.
Il 600 napoletano è una invenzione recente. È stato riscoperto e definito meno di un secolo fa dallo storico d’arte Roberto Longhi. Secondo lo studioso, il naturalismo di Caravaggio è il fulcro dell’arte napoletana. Gli studi seicenteschi sul Sud derivano, quasi totalmente, dalle sue proposte formulate in una serie di saggi che sono stati pubblicati nel secondo decennio del secolo scorso. Dall’inaugurazione della Pinacoteca di Capodimonte nel 1957 fino ad ora, l’esposizione dei dipinti del ’600 napoletano è stata in gran parte il risultato di quest’analisi. La realtà è più complessa e i curatori della mostra propongono di riconsiderare lo schema di Longhi e di ripensare l’intera articolazione di un secolo che non fu solo quello di Caravaggio, ma soprattutto quello di Jusepe de Ribera, uno spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio. La mostra “Oltre Caravaggio” infatti ci conduce a Ribera, rappresentato nelle collezioni di Capodimonte da opere sacre, mitologiche e nature morte, al centro della scena artistica napoletana.
Presentare la civiltà artistica napoletana significa mettere in risalto gli apporti esterni e gli scambi con gli altri centri, l’invio da fuori di opere e progetti, la residenza in città degli artisti forestieri. In quest’ottica si può spiegare il ruolo centrale che hanno in questa rassegna, del XVII e XVIII secolo, lombardi come Caravaggio, emiliani come Giovanni Lanfranco, Domenichino e Guido Reni, lo spagnolo de Ribera, i francesi Simon Vouet e Pierre-Jacques Volaire, il bergamasco Cosimo Fanzago, i romani Artemisia Gentileschi e Gregorio Guglielmi, il belga François Duquesnoy. Questa mostra d’arte si ripropone, infatti, di dar vita al 600 napoletano e alla vivacità e dinamicità dei protagonisti di quel periodo. La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni eccetto il mercoledì, dalle ore 10.00 alle ore 17.30. Il biglietto intero è acquistabile al costo di 12 euro, il ridotto young (18-25 anni) a 2 euro ed è gratuito per giovani da 0 a 18 anni e possessori di Artecard.
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