La rubrica del mese di aprile è dedicata a uno degli artisti più amati dagli italiani: Claudio Baglioni.
La figura del cantante romano è così immensa che scrivere su di lui è un’impresa impegnativa per chiunque, ma lo è particolarmente per chi tenta di far comprendere alle giovani generazioni quanto sia stata vera e profonda l’opera di questo cantautore che è riuscito a parlare all’anima di chi lo ascolta.
Baglioni, sebbene abbia alle spalle una carriera cinquantennale, si è fatto conoscere dai teeneger certamente non per Amore Bello, ma grazie a tutte ospitate tra Mediaset e Rai e poi come conduttore del Festival di Sanremo per 2 anni consecutivi, nel 2018 e nel 2019.
Il successo del cantante romano è dovuto sì alle sue capacità musicali, ma soprattutto ai suoi brani che sembrano raccontare frammenti della nostra vita e forse è anche per questo motivo che in spiaggia, in auto o semplicemente sotto la doccia spesso si ha la voglia di intonare una delle sue hit.
Oggi ci sembra naturale parlare di Baglioni, ma come lui ha raccontato spesso, ha dovuto sudare come un matto per ottenere un primo contratto discografico presso la RCA che, nonostante le scarse vendite del primo album omonimo, credette in questa giovane promessa che iniziò a pendere il volo soltanto qualche anno dopo. Forse erano davvero altri tempi: i discografici erano disposti a investire in progetti a lungo termine e invece adesso se un artista fallisce il provino di un talent è già fuori mercato!
L’anno di svolta fu il 1973, quando fu pubblicato un brano particolare, Questo piccolo grande amore, che improvvisamente scalò la Hitparade vendendo quasi un milione di copie! Ormai anche chi non aveva orecchie per intendere doveva ammettere che c’era qualcosa di speciale in Baglioni.
Lui ricorda spesso, nelle sue interviste, che tutte le volte che partecipava a un provino discografico veniva regolarmente scartato, ma fortunatamente non mollò mai la presa, forse perché così dovevano andare le cose o forse perché nel suo io viveva una strana testardaggine.
Tuttavia le critiche, nel corso degli anni, non sono mai mancate, soprattutto a causa di un repertorio, ritenuto da molti, troppo melenso, ma ci verrebbe da rispondere, soprattutto in questi tempi, che cantare l’amore fa bene all’anima e anzi sarebbe auspicabile che la parola amore si tramutasse in un virus contagioso.
foto presa dal sito Wikipedia