“Cosa vede quando guarda questo treno? Una roccaforte di disuguaglianza”. Questa semplice frase riesce a sintetizzare perfettamente il fulcro della serie Snowpiercer ma anche della nostra attuale realtà. Il 25 gennaio ha fatto il proprio esordio su Netflix il primo episodio della terza stagione di Snowpiercer, mentre i 9 restanti arriveranno a cadenza settimanale fino al 29 marzo.
Lo show post-apocalittico è basato sulla graphic novel francese Le Transperceneige, di Jacques Lob e Jean-Marc Rochett, ed è legata al film omonimo di Bong Joon Ho del 2013. Questo thriller è ambientato in un futuro prossimo dove l’umanità, nel tentativo di gestire il problema del riscaldamento globale, ha trasformato la Terra in un’inabitabile distesa ghiacciata. L’esito negativo degli esperimenti ha provocato un calo della temperatura che ha spinto pochi superstiti a rifugiarsi su un treno composto da 1001 vagoni. Qui persiste una gerarchia sociale che ha generato lotte di classe e disuguaglianze. Nella prima stagione si intravede un intreccio investigativo per calare poco alla volta lo spettatore nella storia. Nella seconda stagione inizia la rivoluzione delle classi maltrattate e crolla così il fragile equilibrio creatosi nel treno.
Al termine della seconda stagione erano iniziate ricerche che lasciavano supporre che il pianeta, in alcune zone, fosse sul punto di superare la glaciazione. L’evoluzione di questa scoperta viene reintrodotta nei primi episodi della terza stagione; ad essa si affianca una nuova situazione di convivenza sul treno a sei mesi dagli ultimi fatti narrati. In questa fase iniziale viene introdotto un nuovo personaggio che probabilmente darà una svolta inaspettata alle vicende che entreranno nel vivo a partire dai prossimi episodi. In questi primi passaggi si sente la mancanza di Jennifer Connelly, attrice che nelle prime due stagioni impersonava Melanie, uno dei pilastri più convincenti del cast.
Nonostante ciò, l’inizio di stagione sembra essere convincente con l’introduzione di novità narrative e con un ritorno alle scenografie decadenti che ritraggono il disagio a bordo del treno. Il continuo passaggio da una situazione all’altra, inoltre, favorisce il ritmo tenendo alta l’attenzione dello spettatore. Una pecca evidente, invece, è la scarsa qualità degli effetti speciali relativi agli esterni, alla rappresentazione dei treni in movimento e ai territori ghiacciati.
Snowpiercer, oltre ad essere un thriller ricco di emozioni, pathos e colpi di scena, affronta anche temi attualissimi come il surriscaldamento globale e la disparità di classe. Il messaggio sociale ed ecologico della serie è una metafora della situazione che stiamo vivendo. Per alcuni, infatti, la somiglianza con la realtà potrebbe suscitare un senso di inquietudine ma, la vera speranza dell’autore è che la serie faccia riflettere e che inneschi un cambiamento. Ingiustizia sociale, alterazione climatica, distribuzione della ricchezza e impatto del capitalismo regnano sul treno e oggi stiamo sperimentando una versione, in scala ridotta, di questa situazione. Sullo Snowpiercer il ribelle agisce per disperazione e scendere dal treno è impossibile; al contrario, invece, nel mondo reale è possibile chiedere più giustizia e uguaglianza. Non esistono classi in natura, è l’uomo che per i propri bisogni egoistici manipola la realtà introducendo tali differenze e, per questo motivo, è proprio l’uomo l’unico che può migliorare la disastrosa situazione in cui precipita il pianeta.
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