Vedi Napoli e poi muori.
Vedi Paul Rudd e poi ridi. Beh, non proprio.
L’attore statunitense annovera nella sua carriera moltissimi ruoli comici, a partire già del ruolo di Mike, il fidanzato di Phoebe, in Friends per terminare col suo Scott/Ant-Man, e si è quindi creata una certa aspettativa nel pubblico.
Tuttavia la nuova serie che lo vede protagonista non è comica.
Stiamo parlando di Living With Yourself, distribuita da Netflix lo scorso 18 ottobre e incentrata su una questione oltremodo interessante: Miles Elliott (Paul Rudd), infelice e frustrato, si fa convincere ad andare in uno speciale centro massaggi che promette di migliorare la vita dei propri clienti. Uscito dal centro, Miles è un uomo nuovo. Letteralmente! La spa ha in realtà clonato Miles, migliorandone il DNA, ma senza “liberarsi” del vecchio Miles. Le conseguenze sono catastrofiche.
Il tema, come già detto, è davvero interessante: clonazione, implicazioni etiche, miglioramento della propria vita, scoperta della propria identità, giustizia, ecc.
Purtroppo però il risultato è alquanto insoddisfacente: gli otto episodi della serie, della durata di circa 20 minuti ciascuno, non mostrano un reale approfondimento dell’affascinante argomento, ma ciò non si traduce neanche in una leggerezza comica e spassosa. Il risultato è una sorta di limbo approssimativo e ibrido e, nei fatti, lo spettatore non fa altro che vedere i due Miles farsi qualche dispettuccio a vicenda.
Tuttavia rimane indiscusso il grande talento attoriale di Paul Rudd, che anche in questa serie tv fa realmente del suo meglio. Purtroppo ciò non basta.
Ci aspettavamo grandi cose. Peccato.
Link alla foto: https://themighty.com/2019/10/living-with-yourself-netflix-paul-rudd-review/