Ieri sera sono andati in onda gli episodi 5 e 6 della quarta stagione di Gomorra. Si tratta di due episodi che potremmo definire speciali, in quanto vedono la regia di Marco D’Amore, che nelle precedenti tre stagioni aveva interpretato Ciro Di Marzio, detto l’Immortale.
Beh, l’Immortale è morto ma il legame con la serie non si è spezzato. Ancora nei cuori dei fan, Marco D’Amore è passato dall’altro lato della macchina da presa. In realtà non è la prima volta per il giovane casertano: oltre che interprete, è stato anche sceneggiatore e produttore del film Un porto sicuro (2015) e regista teatrale di American Buffalo (2016).
Al suo fianco in questa nuova sfida registica Enrico Rosati, già aiuto-regista nelle precedenti tre stagioni di Gomorra.
Il risultato? Due episodi ovviamente in linea con gli altri della serie, data la costante supervisione artistica di Francesca Comencini. Tuttavia si può dire che in queste due puntate traspare un maggior senso di solitudine dei personaggi e soprattutto il lato negativo di questa solitudine. C’è un’insistenza delle inquadrature sui volti dei protagonisti e una sottile luce che, anche nell’oscurità tipica di Gomorra, mette in risalto lo sguardo in realtà spaventato dei personaggi.
Certo, si tratta di due episodi ricci di pathos a livello di trama, ma il sapiente tocco di Marco D’Amore è riuscito a tenere lontano l’effetto melodramma, concentrandosi proprio sulla desolazione che genera la vita criminale. Ne risulta anche una distanza dall’epicità – pur sempre negativa – di altri momenti passati.
Marco D’Amore può dirsi ben fiero del proprio lavoro e aspettiamo di vederlo nuovamente all’opera, sia davanti sia dietro la macchina da presa!
P.S. L’omaggio alla prima stagione l’avete notato? Vi rimandiamo alla 1x09 per la precisione.
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