Ah, le dark comedy. Meravigliose, ammettiamolo.
Quasi tutte.
Russian doll, serie caricata su Netflix il primo febbraio, non convince. Peccato perché l’hype era altissimo ed alimentato dai numerosi consensi che circolano sul web.
Ma di che parla?
Nadia (Natasha Lyonne, anche ideatrice della serie), una bad girl con una foltissima e scatenata chioma rossa, sta festeggiando il suo trentaseiesimo compleanno. Qualcosa però va storto e Nadia muore. Fine dei giochi. Oppure no?
Nadia, infatti, si ritrova nuovamente alla festa. Ma muore di nuovo. Si risveglia alla festa … e muore di nuovo.
Questo circolo vizioso va avanti e avanti, ovviamente mandando fuori di testa la protagonista, incapace di spiegarsi lo strano fenomeno e ignara di quale azione possa interrompere questo eterno ritorno.
Sulla carta la serie potrebbe anche essere interessante, un buon passatempo va. Aiuta in tale pensiero la strutturazione della serie in otto episodi da soli venticinque minuti. Tuttavia, il tema è così trito e ritrito (si pensi a film come Il giorno della marmotta, 50 volte il primo bacio o Edge of Tomorrow – Senza domani) che neanche la caratterizzazione della protagonista come di una cazzuta riesce a rendere interessante a lungo la serie.
Un vero peccato.
Link alla foto: https://ew.com/tv/2019/01/09/natasha-lyonne-amy-poehler-russian-doll-netflix-trailer/