Ritmo.
È questa la parola che definisce al meglio Adulteri Oggi (adattamento di Scene da un Adulterio di Daniele Luttazzi), commedia con Sergio Savastano e Paola Maddalena andato in scena lo scorso 15 e 16 dicembre presso lo ZTN in vico Bagnara a Napoli.
I dialoghi serratissimi tra Mario e Luisa, i due fedifraghi protagonisti ospiti dell'immaginario talk show che dà il nome all'opera, rendono infatti i circa 50 minuti on stage incredibilmente densi di contenuti e di battute. Aizzati da un invisibile e luciferino presentatore (Luciano Cimmino), i due vuotano letteralmente il sacco delle loro relazioni amorose e dei loro tradimenti... reciproci! Savastano, che cura anche la regia, racconta come «erano diversi anni che avevo intenzione di mettere in scena questo adattamento. Era lì, in uno dei cassettini della memoria, pronto a venire fuori al momento giusto. Ed il momento è arrivato».
Dal punto di vista linguistico, i registri oscillano a ritmo vertiginoso, arrivando perfino a sovrapporsi: a un'elegante stilettata o una citazione letteraria può essere seguita senza particolari problemi da un tuffo nel trash più becero, figlio di quella stessa TV spazzatura che fa di programmi come lo stesso Adulteri Oggi il punto di forza dei propri palinsesti. Ritornando alla metafora musicale, si potrebbe dire che a un raffinato assolo di batteria di Gene Krupa fa da contraltare il più tamarro pezzo techno immaginabile.
Adulteri Oggi è una commedia attuale, anzi attualissima: tra una risata e l'altra sferra dei cazzotti dolorosissimi dritti negli occhi degli spettatori, costringendoli a rendersi amaramente conto delle macerie morali e materiali che li circondano. Nulla è risparmiato. Non i legami familiari, non la malattia, non – chiaramente – l'amore: tutto fa brodo nel calderone di una (post?)modernità ridotta a mera apparenza. Da un lato la recitazione di Savastano e Maddalena dà vita a tipi umani volutamente esagerati e larger-than-life, più che personaggi realistici; eppure, per delle frazioni di secondo, le loro maschere vengono abbassate, come in un singolo, impercettibile frame di un messaggio subliminale, permettendo allo spettatore non tanto di guardarsi in uno specchio, quanto di rendersi conto di essere ormai dall'altra parta dello stesso.