Omicidio Angelo Vassallo: storia esemplare che rischia di essere dimenticata

Mercoledì, 04 Aprile 2018 10:43
  

"Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi"- B. Brecht.


Non ci sono elementi rilevanti per il processo. Così l'assassino di Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010, resterà senza nome. Dopo più di sette anni i magistrati non sono riusciti a trovare prove che permettessero l'esercizio dell'azione penale e quindi l'avvio di un processo ai danni dei presunti responsabili dell'assassinio del Sindaco Pescatore.


È difficile accantonare la storia di Angelo, paradigma di buona politica e di impegno civile. La sua passione per l'ambiente, per il mare e la terra, è sempre stata al centro del suo esercizio. Ciò ha portato le acque di Pollica ad essere le più premiate, negli anni, con le 5 vele – massimo riconoscimento – della Bandiera Blu di Legambiente e Touring Club. L'amore per la sua terra lo ha spinto a battersi contro il mercato della droga ad Acciaroli, arrivando ad affrontare in prima persona gli spacciatori.


La sera del 5 settembre di quasi otto anni fa, fu ucciso barbaramente mentre rincasava alla guida della sua auto. Il nome dei suoi assassini è ancora ignoto. L'unico indagato, l'italo-brasiliano Bruno Humberto Damiani (arrestato a Bogotà nel 2015) considerato un frequentatore degli ambienti dello spaccio nella movida cilentana, è risultato negativo al test del DNA.


Il fascicolo è stato gestito dalla PM Rosa Volpe, procuratore aggiunto a Napoli ma applicata dal CSM a Salerno proprio per coordinare l'inchiesta seguita sin dalle prime battute, e dal PM Leonardo Colamonici, con il coordinamento del procuratore Corrado Lembo.

 

Vassallo fu ucciso con 9 colpi di pistola esplosi da distanza ravvicinata a pochi passi dalla sua abitazione di Pollica. Era in auto, con il finestrino aperto e il cellulare in mano. Con ogni probabilità, conosceva l'assassino o comunque non temeva che l'uomo potesse sparargli. L'arma, una calibro 9 baby Tanfoglio, è stata cercata dappertutto, ma non è mai stata trovata.

 

La scelta di eseguire i test del DNA ad ampio spettro è stata dettata proprio dalla volontà di non trascurare alcun dettaglio utile a scoprire la verità, reclamata a gran voce in questi anni non solo dai familiari del Sindaco Pescatore ma anche dalla società civile. Nonostante la perseveranza della magistratura nel corso di questi lunghi anni, neanche l'ultimo tentativo investigativo – il test del DNA su 94 persone tra conoscenti di Vassallo e sospettati – ha sortito esito positivo. Ed ecco, quindi la chiusura del caso.


Una ferita aperta, che brucia sempre di più. La legge, ai sensi dell'art. 408 CPP, disciplina la richiesta di archiviazione nel caso in cui il Pubblico Ministero non sia in possesso di elementi idonei a sostenere l'accusa nel processo penale. Il nostro paese in questo caso non deve plasmarsi alla legge formale affinché questo delitto così efferato non resti impunito. Per fare sì che l'Italia sia in grado di rendere giustizia ad Angelo, servitore delle istituzioni e amante della sua terra, le indagini devono continuare senza sosta.


È importante sottoscrivere l'appello su change.org (ecco il link: https://www.change.org/p/no-all-archiviazione-dell-omicidio-vassallo), per l'istituzione di una commissione d'inchiesta sull'omicidio del Sindaco pescatore. Un omicidio che deve far parte dell'ordine del giorno senza cadere nel dimenticatoio, nella lunga lista di storie irrisolte. Storie che nascondono sofferenze ed affetti di intere famiglie e comunità che cercano la verità da troppi anni.

 

Quando la Verità illuminerà la Giustizia allora il nostro paese potrà dire a gran voce di aver vinto. Per Angelo, per tutte le vittime innocenti.

 

 

 

 

Immagine presa dal sito www.panoramawww.panorama.it

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Giulia Compagnone

Nata a Napoli,frequenta la facoltà di giurisprudenza. Da sempre innamorata della sua meravigliosa città, nonostante i suoi difetti e le sue contraddizioni. Ogni giorno cerca di impegnarsi , di lottare per lei, attraverso azioni pratiche e attraverso la sua scrittura. Non finisce mai di stupirsi di quanto possa dare questa città, malgrado sia un vero e proprio paradiso abitato da diavoli.Ama la cultura e tutto ciò che è legato ad essa ,ha uno spiccato senso civico ed è appassionata di musica e di danza.

Le due sue citazioni preferite sono:" raccontare le cose come stanno vuol dire non subirle" di Roberto Saviano e " vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale,un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre" di Oriana Fallaci.

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