Alcune settimane fa (fate clic qui per l'articolo) la nostra redazione parlò del Prof. Chris Carr, Fulbright Distinguished Chair in Business; quest'oggi egli stesso ci racconterà del tempo trascorso a Napoli.
1. Qual è la maggiore differenza tra gli Stati Uniti e l'Italia in ambito accademico?
Tenendo a mente che anche il sistema americano ha i suoi difetti e i suoi problemi, le differenze sono queste: prima di tutto lì le università hanno maggiori fondi, il che dà più scelta agli studenti. In secondo luogo c'è maggiore enfasi su problemi concreti e apprendimento esperienziale: se non dai agli studenti dei compiti che li costringano ad applicare i concetti studiati in maniera tangibile nel mondo reale, avrai un problema in termini di valutazione. Infine, credo che dai noi ci sia un approccio più interdisciplinare, i dipartimenti e le università sembrano collaborare maggiormente sia sui curricula, che sulle opportunità per gli studenti. Magari è così anche qui, ma non ho avuto l'opportunità di accorgermene. D'altro canto, ho trovato gli studenti italiani molto motivati. Ad esempio, alcuni di essi hanno frequentato le mie lezioni solo per il gusto imparare e per una crescita personale, non essendo obbligati a partecipare. Tale livello di motivazione mi ha davvero impressionato positivamente.
2. Com'è stato il semestre alla "Parthenope"?
Un'esperienza fantastica. I colleghi italiani hanno fatto un ottimo lavoro sotto tutti i punti di vista, trascorrendo molto tempo con me sia dal punto di vista professionale che sociale. Inoltre, ho avuto la fortuna di lavorare con e insegnare a dei dottorandi molto motivati e con un ottimo livello di inglese, il che ha portato a delle lezioni e a delle conversazioni interessanti e stimolanti.
3. Su cosa ha concentrato maggiormente i suoi sforzi: sulla didattica o sulla ricerca?
Direi al 65% sulla didattica. Ho coperto tre aree di insegnamento con i dottorandi: diritto ed economia, "presentation design" più alcuni seminari speciali per i linguisti (Dottorato in "Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche") in cui mostravo come i "big data" e l'imprenditoria si intersecano con i loro campi di studio. Il restante 35% l'ho dedicato a esplorare le possibilità di scrivere articoli accademici con i membri del Dipartimento ospitante ; al momento sto lavorando sul mercato nero con alcuni professori di statistica, nonché con la professoressa di lingua e letteratura inglese per un progetto sul "presentation design", all'interno del sistema d'istruzione italiano.
4. Cosa porterà con sé di questa esperienza?
Beh, in questo momento l'America sta "imparando" a vivere il momento, e in questo senso Napoli è molto più avanti. La seconda cosa sarà un cliché ma è vera: le relazioni. Ho incontrato ovunque delle brave persone, in gamba e con un grande cuore. Infine, una delle ragioni che mi hanno spinto a venire è il fatto che ho potuto portare la mia famiglia. Ho tre ragazze e volevo che sapessero che esiste un altro modo di vivere la vita, sotto alcuni aspetti migliore, sotto altri magari no; l'importante era che vedessero entrambi i lati e ti dico che in loro c'è stato un cambiamento e una crescita. Non tutte le famiglie americane hanno la possibilità di fare una simile esperienza e anche per questo è stato bello.
5. Ha subito shock culturali a Napoli?
Guarda, benché io viva in California, che è molto più informale rispetto al resto del paese, mi ci è voluto un po' per abituarmi a talune mancanze di strutture e al non preoccuparsi troppo dell'organizzazione. Direi che sono state le uniche cose; la mia percezione dell'Italia prima di lasciare gli USA si è rivelata quasi del tutto giusta.
6. Cosa le mancherà dell'Italia?
La Campania offre così tanto da vedere e tante attività; pure in California c'è molto da fare, ma non in questa densità! Napoli è una città di circa 3 milioni di abitanti che offre tantissimo: penso a Capri, al Teatro San Carlo, ma anche ad andare fuori a cena alle 22! Sono cose che nella cittadina universitaria in cui vivo non esistono. Tutto ciò mi mancherà tantissimo, e, ricollegandomi a quanto detto prima e alla capacità di vivere il presente, mi domando se la prossima volta che tornerò qui riuscirò a "migliorarmi" sotto questo aspetto o cercherò (ancora) di organizzate e pianificare tutto , perciò... restate sintonizzati!