Gioacchino Murat: condottiero, re e personalità di grandissima importanza a cavallo tra i secoli XVIII e XIX. Ad oltre duecento anni dalla morte, continua ad esercitare attenzione e ad essere oggetto di studio, nei più diversificati campi di ricerca.
È in questa ottica che si inserisce il convegno "Aspetti inesplorati del periodo murattiano", organizzato dall'Università degli Studi di Napoli "Parthenope" (in collaborazione con il Centro Studi di Arte e Cultura di Napoli "Sebetia-Ter" con il patrocinio morale della Regione Campania, dell'Institut Français, della Società Italiana dei Francesisti (SIDEF), della Fondazione Valenzi e del Centro Europeo di Informazione Cultura e Cittadinanza (CEICC) del Comune di Napoli), tenutosi lo scorso 5 giugno presso la prestigiosa sede di Villa Doria D'Angri.
Il simposio ha visto la partecipazione di importanti personalità culturali del paese, nonché di docenti, ricercatori e dottorandi provenienti dalla stessa "Parthenope", dalla "Federico II" e da "L'Orientale", che hanno analizzato il periodo murattiano dai punti di vista più differenti: dalla storiografia all'urbanistica, dall'economia alla politica, passando per l'arte, la musica, la moda e il costume.
La necessità di allargare l'ambito della ricerca è stato sottolineato dalla promotrice del convegno, la Professoressa Carolina Diglio, ordinario di francese e coordinatrice del Dottorato di Ricerca in "Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche" presso la "Parthenope":«Il simposio muove dalla necessità di riscoprire e rivalutare le radici della città di Napoli, per veicolare l'attenzione pubblica ad ampio spettro; suo obiettivo principe è approfondire alcuni aspetti noti della figura di Gioacchino Murat, del suo entourage e della sua epoca, ma che non siano stati ancora opportunamente indagati.»