Napoli Film Festival, SchermoNapoli Doc giorno 6, le recensioni

Domenica, 02 Ottobre 2016 09:25
  

La sesta giornata del Napoli Film Festival ha visto proiettati al PAN, nella categoria SchermoNapoli Doc, quattro corti dagli argomenti molto diversi, ma uniti da un unico tema: il confine.

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Tomba del tuffatore, di Federico Francioni e Yan Cheng, partendo dall’omonima opera ritrovata negli scavi di Paestum, ci porta a fare un lungo viaggio nella penisola sorrentina. Luoghi belli, ricchi e famosi, pieni di turisti, di vita insomma, ma anche di morte, perché accanto alle vie dello shopping, ai panorami mozzafiato, ai monumenti, ai bar e ai ristoranti, alle spiagge, si rivelano a noi luoghi tanto silenziosi ma tanto comunicativi. Parliamo delle cartiere abbandonate, delle rovine e degli ecomostri, che dimostrano come il confine tra vita e morte sia così sottile che ci si potrebbe semplicemente tuffare.

03 copia copia copia copiaFiammifero (Male non fare, paura non avere) ci porta a seguire il viaggio – se così si può dire – che il regista, Lorenzo Ambrosino, ha compiuto per le strade di Napoli insieme a un uomo molto particolare, Enzo. Enzo è un pensionato che tutti i pomeriggi gira per la città, dà da mangiare ai gatti, recupera ciò che molti gettano via in un impeto di consumismo, ma che ha ancora molto da dire. Un po’ come certi uomini, certe donne, certe situazioni: la diversità, la non-popolarità, la vecchiaia non sono sinonimo di inutilità. C’è tutto un mondo, un mondo diverso ma – perché no? – diversamente bello, a due passi da noi.

04 copia copia copiaLetter from an Imaginary Man di Matilde de Feo è un documentario sull’amore, sulle lettere d’amore. Tante storie si intrecciano, tutte diverse, tutte uniche e belle. Tutte mostrano le varie forme che l’amore può assumere: tra fidanzati, tra ragazzi, tra adulti, tra anziani, tra genitori e figli, ecc. Protagonista assoluta è la lettera, un mezzo di comunicazione oggi dimenticato, che andrebbe riscoperto per la sua potenza evocativa, così forte da far emozionare chiunque.

Dert, di Mario e Stefano Martone, è la storia della cooperativa agricola INSIEME, nata in un luogo, la Bosnia, segnata dalla guerra, ma con la volontà di rinascere, pur non dimenticando il dolore, ma basandosi su questo per acquisire maggiore forza e saggezza. È una storia di dignità e lavoro, ma soprattutto è la storia di un’amicizia, un’amicizia in forma di affetto, convivenza a dispetto di tutti i nazionalismi e, per questo, di antidoto naturale all’odio della guerra.

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Annachiara Giordano

Studentessa di Lettere moderne e aspirante giornalista, sono appassionata di letteratura e viaggi, cinema e telefilm, insomma di tutto ciò che possa stimolare fantasia e immaginazione. 

Sito web: https://www.facebook.com/annachiara.giordano1?ref=tn_tnmn

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