Tredici i film in gara per la categoria SchermoNapoli Scuola Sezione 5-14 e due i vincitori, già premiati nel giorno della presentazione. Miglior lavoro, Maledetta Genoveffa, di T. Travaglino (Istituto G. Puccini di Casoria), esplora il rapporto alunni/ insegnante come metafora più ampia di vita e amore. Il Premio Giovani Visioni, a cura di Diregiovani in collaborazione con l'Agenzia di stampa Dire, va a Il mio mondo, di G. Bellotti (Centro Catrin di Napoli), un viaggio attraverso la realtà di Ponticelli narrata attraverso le immagini dei ragazzi del quartiere che si spostano all'interno di quella realtà che è appartiene loro di diritto.
In concorso quattro cortometraggi dell'I.C. 57° San Giovanni Bosco di Napoli, con la regia di M. Solipano, storie diverse che si avvalgono della tecnica del green screen, rappresentate da una scenografia disegnata dagli stessi studenti. Le avventure di Quentin l'egiziano è un esilarante corto che prende spunto, per la trama, dal capolavoro di Giuseppe Verdi, Aida, strizzando l'occhio al cinema contemporaneo con continui rimandi citazionistici diretti e musicali ai film di Tarantino. Un piccolo richiamo alla Forza di Guerre Stellari rende ancora più pop l'operazione. EcOdissea trasforma il viaggio del capolavoro omerico in una parabola di rispetto per l'ambiente, in generale, e per NapolItaca, in particolare. Ma che storia! è un brevissimo corto di soli 4' che racconta l'evoluzione dell'uomo e i suoi errori verso il pianeta, dai rifiuti alle guerre, passando per gli infiniti modi in cui il genere umano ha sfruttato la sua unica Terra. Con Il papiro d'oro si torna a citare il cinema contemporaneo amato dai ragazzi, protagonisti due inediti Indiana Jones e Lara Croft alla scoperta della verità dietro la costruzione delle 'magiche' piramidi. Lo zampino dei 'superumani' da fumetto è dietro l'angolo...
Arte è realizzare ciò che si conosce: Il compito di C D'Avascio (S. M. S di I grado ad indirizzo musicale F. Solimena di Napoli) rappresenta la dimostrazione di questo assunto. Un apparentemente 'innocuo' caso di bullismo, uno scherzo, direbbe qualcuno, si ritorce contro gli scherzi autori, che alla fine non ridono più. Molto interessante il filtro scelto per la fotografia.
Caratterizzato dalla tecnica del time freeze, Io ci sono di M. Benincasa (I.C. 46 Scialoia Cortese di Napoli) propone un modo di cambiare le cose, insieme, semplicemente. Basta solo volerlo. Il segreto è 'esserci', restare in quella periferia o città che tutti ritengono senza speranza. Perché la speranza si crea insieme.
#Verdesperanza di G. Di Paolo (Ente Educativa Territoriale Il Brutto Anatroccolo di Napoli) si serve del calcio come metafora di possibilità per i ragazzi che credono di non averne. Il sorriso del protagonista, che cresce nel suo viaggio dal cortile al campetto della parrocchia fino al sogno dello Stadio San Paolo, si trasforma alla fine in una risata liberatoria.
Unico musical in competizione, Napoletani in Paradiso, di P. Renza (SMS G. Verga di Napoli) affronta gli eventuali pregiudizi contro cui si scontrano due ragazzi partenopei finiti nell'Aldilà. Il lieto fine è dietro l'angolo, ma a condizione che la minoranza di napoletani delinquenti non influenzi le brave persone.
Dello stesso regista Il Fer plai non basta mai (I. C. Gemelli di Sant'Agnello) ovvero chi predica bene, ma razzola male, non merita il credito che troppo spesso i media gli concedono.
Quanto incide davvero il bullismo nelle vite dei ragazzi? Così tanto da portarli anche a gesti estremi. In Tutto bene di E. Ferrara (Scuola di Cinema Sant'Anastasia) la generazione della derisione in videodiretta dimostra di avere troppi spettatori e pochi attenti ottervatori che sappiano guardare al di là. E, a volte, è troppo tardi per porre rimedio ai danni.
Il cinema è un'invenzione per l'avvenire, di C. Rigione (Associazione Culturale Kinetta di Benevento), è il nostro corto preferito. Poetico e istruttivo, rappresenta un meraviglioso omaggio al cinema e all'amore che ogni giorno coloro che ne sono attori dimostrano. Una vera chicca da piccoli cinefili, uno sguardo da pre-cineasti ad un mezzo destinato a vivere per sempre, come le storie eterne che sa raccontare in maniera unica.