Napoli Film Festival: Schermo Napoli Doc giorno 3, le recensioni

Giovedì, 29 Settembre 2016 04:44
  

Nella terza giornata del Napoli Film Festival, per la sezione NapoliSchermo Doc, sono stati proiettati due documentari dai contenuti completamente divergenti, ma con una peculiarità in comune: entrambi mostrano degli aspetti della nostra cultura, che probabilmente risultano sconosciuti e ignorati dalla maggior parte dei cittadini napoletani.

Contro Corrente di Nicola D’Auria e Vincenzo Martone, è una full immersion nella vita dei canottieri del Circolo Nautico Stabia, uno dei club di canottaggio più titolati d’Italia. In particolare, si racconta l’esperienza dell’atleta 23enne Francesco Schisano, attualmente vincitore di due ori mondiali il quale, nel 2013, è stato costretto ad abbandonare la sua carriera a causa di una diagnosi di aritmia cardiaca; dopo tre mesi, durante i quali il ragazzo è stato spesso sul punto di arrendersi del tutto, l’idoneità sportiva gli è stata restituita. Francesco ha deciso così di ricominciare, affrontando una sorta di rinascita dal punto di vista sia fisico che mentale. Sullo sfondo dello splendido paesaggio marittimo di Castellammare di Stabia, si possono ammirare la passione e il sacrificio che il protagonista e gli altri compagni mettono ogni giorno nella loro attività sportiva, svegliandosi all’alba, prima di andare a scuola, per allenarsi sulle onde del mare. La nota triste è che uno sport così florido e costruttivo come il canottaggio sia ritenuto ‘minore’ nel nostro paese, mentre viene dato ampio spazio ad altre attività come il calcio e la Formula 1.

Nel documentario di 75 minuti Napolislam, del regista Ernesto Pagano, vengono raccontate le vite di dieci napoletani che hanno deciso di convertirsi all’ Islam. Il film è stato girato nel periodo degli attentati alla redazione di Charlie Hebdo, avvenuti nel 2015, e la sua pubblicazione era prevista per lo scorso novembre, ma è poi stata annullata in seguito alla seconda serie di attentati accaduti sempre a Parigi. Il corto mette in evidenza come la capitale campana sia più islamica di quanto si creda e quanto in parte della città la fede nel Corano e nelle tradizioni folkloristiche convivano pacificamente. Confrontando vari tipi di conversazioni, tra mariti di fede islamica e mogli non ancora convertite, parrucchiere e clienti scettiche, figlie e madri diffidenti, vengono a galla temi quanto mai attuali, come ad esempio il dibattituo sull’ISIS e la sua correlazione con la religione islamica, o ancora il confronto tra le leggi dettate dal Corano e quelle Bibbia. Spesso i convertiti di cui si raccontano le vicende erano cattolici praticanti che affermano di aver trovato nell’Islam più conformità ai valori personali rispetto alla religione cattolica. Inutile dire che queste persone disapprovano l'Islam come metafora del terrore e lo promuovono esclusivamente come modello di civiltà.

 

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