Notte fonda, cielo illuminato da milioni di stelle e da lampi di luce: detta così può sembrare una scena romantica, purtroppo, però, quei bagliori non sono corpi celesti, ma i bombardamenti in atto tra il popolo curdo e l'Isis. «Quando senti RATATATA è ISIS, quando senti TUM. TUM. TUM. Siamo noi.» (cit.).
Kobane Calling è un libro molto forte, una storia cruda smorzata leggermente dai toni ironici tipici dell'artista. Ha riscontrato molto successo non soltanto perché Zerocalcare si è dimostrato un ottimo graphic journalist, ma anche per il modo in cui è riuscito a trattare un tema così delicato ed ingarbugliato in maniera magistrale. Intraprende un viaggio, zaino in spalla con alcuni amici, che inizia dalla sua "madre patria" Rebibbia. Viaggia attraverso le terre dell'Iraq, della Siria e della Turchia a stretto contatto con i Curdi, un etnia impegnata su più fronti che combatte non solo contro il governo turco, che cerca di sterminarli, ma anche contro il nemico comune a tutti i popoli, l'ISIS.
Impara e cerca di trasmettere al prossimo le condizioni in cui vive questo popolo: in un limbo, una striscia di terra non riconosciuta ufficialmente, non soggetta ad alcun Stato. Hanno saputo creare una società in cui uomini e donne hanno realmente pari poteri e diritti, uguaglianza in tutto e per tutto, perché in zone dilaniate dalla guerra non possono permettersi disparità e hanno fatto loro il motto "l'unione fa la forza". Calcare ha incontrato in questo lungo cammino, a Rojava, le Ypj, il gruppo di guerrigliere che a costo della vita è riuscito a tenere testa a Daesh (è così che i curdi chiamano l'ISIS), aggrappandosi al loro unico scopo, ucciderli tutti, perché, per il loro credo, se muoiono per mano di una donna non potranno andare in paradiso, ma bruceranno all'inferno per l'eternità.
Non è facile recensire un romanzo del genere senza cadere nel banale e senza farne un discorso politico: molte delle cose che racconta l'autore si conoscono, altre è difficile capirle perché non sono esperienze che ci riguardano direttamente. Capitolo dopo capitolo restavo inerme a fissare il vuoto, a pensare, a riflettere su queste storie incredibili, sulla forza straordinaria che ogni donna, uomo, bambino protagonista di questa vicenda dimostra continuamente. Nessuno si arrende, tutti si svegliano la mattina credendo ciecamente in quello che hanno fatto e che faranno dal momento in cui hanno aperto gli occhi.
C'è molto da imparare, troppo da capire, ma che nessuno vuole comprendere appieno, colpa della nostra pigrizia. La storia ce l'ha insegnato e continua a farlo: finchè una cosa non ci riguarda da vicino, ma anzi si trova a migliaia di km da noi, facciamo solo finta di smuovere le nostre coscienze, senza comprendere davvero.