Come annunciato, rieccoci con la seconda parte dell'intervista a più voci; continuiamo a parlare di spazi di lavoro e nello specifico di scrivanie e attrezzi con Claudia "Nuke" Razzoli, Riccardo Torti di Torti Marci, Paolo Voto di Mostro e Pizzo, Simona Zulian in arte Felinia, Daniel Cuello, Francesca de Martino o Fran e Francesca Farinelli creatrice di ARTeapot.
L'idea di questa indagine è nata dalla necessità di capire quanto si possa davvero controllare il "disordine" sulla propria scrivania e quanto sia necessario per favorire la creatività. Insomma, speravo di trovare una scusa per la mia maniacale confusione ed ho voluto affacciarmi su scrivanie d'artista (quelle di matematici e contabilli non mi ispiravano granché, non me ne vogliano gli amici "logici"!!!).
A seguire il prosieguo dell'intervista iniziata la scorsa settimana. Se ve la siete persa, potete facilmente recuperare!
Panoramica della scrivania di Francesca Farinelli
- Hai mai invidiato le scrivanie di tuoi colleghi?Perchè?
ARTeapot - Non invidio mai le scrivanie altrui, semmai invidio i materiali da disegno che ci sono sopra, come tavolette grafiche ultra avanzate o colori e pennelli particolarmente stupendi e costosi. Ma ho cercato nel tempo di costruirmi una tana e sì, è una gran bella tana.
Torti - Non ho ancora conosciuto colleghi che abbiano lo studio in una torre di un castello medievale in cima ad una montagna coperta di neve circondati di librerie di pesante legno cariche di libri il tutto adobbato con quadri dalle pesanti cornici barocche e un maggiordomo che gli serve il tè. Perciò no, mai invidiato la scrivania di nessuno.
Mostro e Pizzo - Più che invidia si tratta di curiosità, mi ha sempre incuriosito vedere come lavorano altri, come sistemano i vari strumenti o come impostano determinati programmi. Certo, se poi vedo che lavorano su uno schermo cinematografico ad alta risoluzione con un computer che farebbe impallidire la N.A.S.A. un po' di sana invidia mi sale.
Nuke - A volte ho invidiato delle attrezzature particolari (una mia amica ha un tavolo luminoso gigantesco), ma più spesso "invidio" quando vedo il collega perfettamente mimetizzato in quello spazio.
Fran - Se capita che un collega pubblichi foto del suo spazio di lavoro guardo con curiosità, specie se ci sono dei libri.
Ma è una cosa che faccio ovunque: se posso butto sempre un occhio alle librerie per capire cosa leggono gli artisti o in generale le persone di cui ho stima. Libri e film, consigliati o scoperti per caso, sono la mia principale fonte d’ispirazione.
Analisi dettagliata della scrivania di Daniel Cuello
Ti capita spesso di cambiare la disposizione dei tuoi attrezzi?
Cuello - Raramente. Sarà che uso pochi attrezzi, sarà pigrizia, fatto sta che in anni è cambiato poco. In effetti sembra noioso, domani cambio tutto!
ARTeapot -Posso passare interminabili periodi di immobilità, per poi interromperli improvvisamente decidendo che tutto deve essere riselezionato, ripulito e spostato nella parte diametralmente opposta. Al momento sono nella più totale immobilità, ma domani…?
Mostro e Pizzo - Di solito lavoro con pochi strumenti: uno sketchbook, matita e gomma, varie penne e dei pennelli per acquerellare. Mentre disegno capita spesso che vadano a finire ovunque, tra i cuscini del divano, nel frigo; una volta mi sono ritrovato un pennarello nella tasca del giubbino. Però quando finisco, anche se a distanza di giorni, tutto deve tornare al proprio posto, è quasi una sorta di rito mettersi a ritrovare tutte le varie penne per risistemarle.
Nuke - Solo inizialmente, come adesso che ho cambiato casa e tutto è in fase di trasformazione. Dopodichè, al contrario, tutto deve essere rigorosamente nell'esatto punto dove deve stare, in modo quasi maniacale (avete presente le scrivanie dei film di Wes Anderson?)
Fran - In genere no, sono un animale stanziale! Ma ho cambiato casa da poco e per la prima volta ho a disposizione un’intera stanza da adibire a studio, quindi sto riorganizzando i miei spazi. Onestamente non so come la ridurrò: scrivania a parte, ho già svariate stampe da incorniciare e libri da spostare da uno scaffale all’altro, quindi è probabile che morirò lapidata sotto le mie stesse scartoffie. Però allegramente.
- Sei mai stato costretto a lavorare in un posto diverso dal tuo laboratorio?
Cuello - Forse quando disegno alle fiere (ad esempio al Lucca Comics), in effetti è diverso da qualunque altro spazio di lavoro. Tu sei seduto mentre il tuo interlocutore è in piedi, per poterci parlate devi torcere continuamente il collo in modo innaturale. Il torcicollo diventa il tuo miglior amico.
ARTeapot - Mi è capitato di dover disegnare in tavoli da fiera o in uffici e ho sempre cercato di sistemare tutto secondo un vago ricordo della mia scrivania. Da queste esperienze ho imparato a essere un paguro. Se so che devo disegnare da qualche parte, mi porto la mia conchiglia carica di tutto -tutto!- quello che potrebbe servirmi. Tutto.
Mostro e Pizzo - Praticamente sempre, già dentro casa non ho una scrivania vera e propria, ho studiato dei posti strategici dove poter lavorare in quasi tutte le stanze. Viaggiando parecchio per lavoro poi, ho dovuto crearmi una sorta di scrivania portatile, un set essenziale di strumenti che posso usare in qualsiasi situazione.
Nuke -A volte è capitato, ma cerco di farlo sempre quando devo "eseguire" (tipo chinare, o letterare). Nelle fasi prettamente creative mi è praticamente impossibile. E in generale mi sento molto a disagio.
Felinia - Mi capita quando sono in viaggio o quando sono all’aperto ed essendo ispirata mi metto a disegnare.
Fran - Mi divido quotidianamente tra due laboratori: il mio studio a casa e la redazione di Fanpage. Sono un po’ la versione a fumetti di Dottor Jekyll e Mr Hyde: a casa lavoro su pc, al giornale su mac; a casa cerco di mantenere un minimo sindacale di ordine, al giornale la mia scrivania è subissata di cianfrusaglie, scartoffie, caffè vari ed eventuali e sormontata da un oscuro oggetto denominato gruppo di continuità, verso il quale nutro più o meno la stessa diffidenza delle scimmie di Odissea 2001 davanti al monolito spaziale.
La scrivania di Simona Zulian
- Hai bisogno di lavorare alla tua scrivania o ti adatti a qualsiasi ambiente?
Cuello -Ovunque ci sia luce! Spesso, quando posso, vado in qualche bar a disegnare bozzetti, stare troppo tempo chiuso in casa mi fa andare fuori testa. Ogni tanto ho bisogno di vedere altri esseri umani, e poi è ottimo per scovare personaggi grotteschi da disegnare!
ARTeapot - In realtà mi basta ci sia un tavolo e che ci possa mettere sopra tutto quello che dico io, come lo dico io. Posso creare infiniti ricordi della mia scrivania. Ma deve essere stabile, illuminato e piano. Non sono assolutamente in grado di disegnare - per esempio - seduta in treno. A parte l’addormentarmi subito per via del rollare della carrozza, non sono assolutamente in grado di tenere lo sketchbook sulle ginocchia e stare chiusa a riccio sulle pagine.
Mostro e Pizzo - Come detto prima, spesso mi trovo a dover disegnare fuori sede, il mio habitat ideale quando sono in casa è il tavolo della cucina, o meglio, parte del tavolo della cucina perchè da qualche parte si deve anche mangiare.
Malgrado ciò, a patto di avere tutti i miei strumenti a disposizione, riesco ad adattarmi alle situazioni piu disparate.
Torti - Spesso. Lavoro sempre. Praticamente tutti i giorni, week-end compresi. Durante le vacanze. Mi porto sempre dietro il lavoro.
Nuke - Riguardo allo spazio di lavoro non sono per niente adattabile. Di recente ho traslocato e per qualche settimana la scrivania è stata posizionata provvisoriamente in camera: sono stata completamente improduttiva per tutto il periodo.
Fran - Disegno ovunque e senza vergogna. Se esistesse un mercato per le tovagliette di carta scarabocchiate nei pub, probabilmente avrei già fatto i soldi veri.
Le due scrivanie di Fran
C'è qualcosa di "superfluo" di cui non puoi fare proprio a meno?
ARTeapot -Ho una paperella di gomma gialla. Di quelle che galleggiano sull’acqua della vasca. Deve sempre essere nelle vicinanze, appoggiata in mezzo ai colori. Non esiste arte senza il sorriso enigmatico della mia paperella!
Mostro e Pizzo - Se parliamo di feticci non può assolutamente mancare l’astuccio di Darth Vader con le lucette agli occhi, sì, lo so che puo sembrare un flame del momento, ma quello sguardo vuoto e tenebroso mi rassicura.
Se invece parliamo di vizi, purtroppo, non posso fare a meno di birra e sigarette per accompagnare il processo creativo.
Nuke - "The Stanley Kubrick Archives", un tomone pesantissimo e veramente molto bello (edito da Taschen) che alla fine non consulto mai, anche se offre delle references perfette. In realtà lo uso principalmente come peso per lo scanner (non me ne abbiano a male i fan di Kubrick, è che aprirlo significherebbe trasformare le 8 di mattina nelle 11 di sera, cosa che i freelance raramente possono permettersi). Però se non c'è quel "santino", la mia postazione di lavoro è praticamente inutile.
Felinia - Lo specchietto per quando devo disegnare espressioni stupide :D
Cuello -Le cuffie. Possibilmente Wi-Fi. Quando disegno ho sempre musica o qualche film in sottofondo, e quando disegno fino a notte fonda sono fondamentali. E poi d’inverno tengono caldo!
Fran - Gli spuntini notturni feroci e insensati davanti allo schermo. Se la gente sapesse quello che sono capace di mangiare mentre disegno, mi troverei i NAS sotto casa.
Insomma, perchè uno spazio di lavoro sia funzionale è necessario che sia personale per conciliare il lavoro e la creatività, ma deve comunque essere vivibile e organizzato, questa in sostanza la ragione per cui non vi ho parlato delle scrivanie dei giornalisti di MY GENERATION, giacché per quelle che conosco personalmente, compresa la mia, c'è in una vertigine estrosa davvero di tutto (dai libri della Rowling ai saggi sulla Russia del dopoguerra ai libri di cucina, dai fumetti ai pennelli, dai taccuini alle tavolette grafiche) meno l'essenziale, tatticamente invisibile agli occhi!