A volte i giorni passano e neanche ce ne accorgiamo, il tempo scorre senza lasciare traccia. In inverno le giornate sono uggiose, molte volte tristi e complicate. Poi arriva finalmente la primavera, il 21 marzo. Un 21 marzo diverso, non ci sono dubbi, quello che si è vissuto a Bologna quest’anno in occasione della ventesima giornata della memoria e dell’impegno, in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata dall’associazione Libera. Un giorno che rimarrà scolpito nel cuore di tutti coloro che hanno partecipato e di tutti coloro che lottano ogni giorno contro le mafie.
Partenza del corteo alle ore 9 dallo Stadio Dall’Ara. Striscioni, bandiere, voce, tanta voce. Quasi 200 mila volti di giovani, bambini, famiglie delle vittime, rappresentanze delle scuole, associazioni e scout, tutti rigorosamente con il logo di Libera.
Volti che raccontano storie, storie di dolore e storie di cambiamento. Passato, presente e futuro. Memoria, impegno e cambiamento. In testa al corteo lo striscione di Libera con lo slogan scelto per la giornata: “La Verità Illumina la Giustizia”. A reggerlo ci sono i familiari delle vittime giunti da tutta Italia. Ognuno mostra l’immagine del proprio caro ucciso, chi con una maglietta, chi con un cartello e chi anche solo con le parole.
Noi di MYGENERATIONWEB abbiamo orgogliosamente marciato insieme ai ragazzi di Radio Siani - La Radio della Legalità.
Si arriva a Piazza 8 Agosto e lì si leggono i nomi di tutte le vittime delle mafie, delle vittime delle stragi: Bologna del 2 Agosto 1980, Ustica del 27 Giungo 1980 , quelle della “Uno Bianca” e del “Rapido 904”. Nomi letti da politici, sindacalisti, familiari e da semplici cittadini. Un momento che scalfisce le nostre coscienze , che ci spinge a fare qualcosa per migliorare la nostra società. Dopo gli interventi di Rosy Bindi e dell’ex procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, sale sul palco Don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Grande attesa, grande emozione. Con fermezza scandisce il suo lungo discorso, ricco di speranza e di determinazione.
“Chi non vuole una legge sulla corruzione fa un favore ai mafiosi, ai potenti. La corruzione è la più grave minaccia della democrazia e l’avamposto delle mafie”, questo uno stralcio dell’attacco compiuto da Don Ciotti nei confronti della politica, un forte grido espressione dell’esigenza immediata di leggi adeguate, per dire basta a questa attesa interminabile di giustizia. Riflessioni su quanto sia grave per un paese democratico non mettere al primo posto la lotta alle mafie. Tutti noi, a mio avviso, dobbiamo ogni giorno voler cambiare le cose, perché non c’è più tempo per commuoversi, ma dobbiamo tutti impegnarci concretamente.
Nel pomeriggio sono stati organizzati vari seminari, spettacoli teatrali e laboratori sul tema della legalità, sulla confisca dei Beni, sulla tutela del territorio, sulle storie di vittime innocenti, sul terrorismo e la mafia. Insomma potremmo chiamarlo un “paradiso del cambiamento”.
Il ritorno di ognuno di noi è stato all’insegna della stanchezza. Lungo la strada ho pensato tra me e me: “magari ogni giorno fosse così”. Sapete perché? Perché è bello stancarsi, urlare, camminare, quando si ha quello spirito dentro, quella voglia implacabile di farsi sentire. Come dice Oriana Fallaci “vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare un obbligo”. Che dire? Di sicuro questo è il mio momento, ma dopo aver vissuto questa giornata penso che sia il momento di tantissime persone. Forse quando parlare di mafie diventerà la prima esigenza della classe politica, quando contrastarle sarà un dovere morale di ognuno di noi, allora il momento di cui parla la Fallaci, sarà un momento trionfale che coinvolgerà il paese intero.