Zero Tolerance (Tolleranza Zero)

Lunedì, 11 Novembre 2013 23:40
  

 

Un cittadino andato in visita alla Certosa di San Martino, nel prestare attenzione al magnifico panorama, si è reso conto di una costruzione alquanto sospetta . Dopo averla fotografata , l'ha mostrata per sapere cosa fosse e perché stesse proprio lì. La procura, in seguito alla visione delle immagini, ha mandato la polizia municipale alla Certosa . Si è scoperto che era una costruzione abusiva : una struttura di legno ,che copriva una specie di orto e realizzata al di sotto di uno dei campanili. Abuso edilizio situato, per di più, sulla terrazza dell'appartamento affidato al sovrintendente del museo di San Martino. Non è finita qui:  altro abuso, altro danno al nostro patrimonio artistico culturale. Nella piazza sottostante alla Certosa , da sempre c'è la consuetudine di buttare all'inizio della Pedamentina, nelle ore notturne, bottiglie appena usate. E' possibile che nessuno abbia un minimo scrupolo nel pensare cosa comporta questo gesto?  Possibilissimo a giudicare dal numero delle bottiglie ! Passando per piazza Bellini,zona limitrofa al Conservatorio e molto vicina all'accademia delle Belle arti,  si nota come i resti delle mura della  Neapolis greca sono completamente coperti da bottiglie buttate dai ragazzi che di notte popolano la piazza. Addirittura buttare dei rifiuti su dei reperti archeologici? Non c'è fine al peggio. Spostandoci a piazza Calenda, nel cuore di Forcella, si possono vedere una serie di pietre risalenti alle antiche mura greche (il meglio conosciuto “cippo”), i resti più antichi che possediamo. Ma dopo la chiusura del teatro Trianon sono  stati usati come pattumiera del quartiere , senza suscitare né scandalo né attenzione da parte dei cittadini e delle autorità. Come è possibile tutto ciò ? Di chi è la colpa ? Richiamandoci alla “teoria della finestra rotta “dei sociologi G.Kelling e C.Coles, possiamo affermare che è colpa, manco a dirlo, di una finestra rotta.  Questa teoria, infatti, prende in considerazione l'esempio un vandalo che rompe una finestra di un edificio in un quartiere tranquillo. Se nessuno la ripara altri vandali romperanno altre finestre, poi qualcuno entrerà nel palazzo, e magari poi ci farà attività illegali e il quartiere diventerà simbolo dell'illegalità. La soluzione per questi due sociologi era quella di riparare le finestre rotte e di porre fine alle piccole violazioni, ciò avrebbe contribuito ad arrestare il degrado e a fungere come deterrente per chi avesse voluto compiere azioni più gravi. Rudolph Giuliani, eletto sindaco di New York nel 1993, grazie alle consulenze di Kelling sostenne lo slogan :“Zero Tolerance” . La criminalità a Manhattan decrebbe dando merito a Kelling e rendendo Giuliani un eroe della modernità. Forse la soluzione è proprio questa: tolleranza per niente e per nessuno. Ripariamo le migliaia di finestre che si rompono ogni giorno e non permettiamo più a nessuno di distruggerne altre. 

                                                    

 
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Giulia Compagnone

Nata a Napoli,frequenta la facoltà di giurisprudenza. Da sempre innamorata della sua meravigliosa città, nonostante i suoi difetti e le sue contraddizioni. Ogni giorno cerca di impegnarsi , di lottare per lei, attraverso azioni pratiche e attraverso la sua scrittura. Non finisce mai di stupirsi di quanto possa dare questa città, malgrado sia un vero e proprio paradiso abitato da diavoli.Ama la cultura e tutto ciò che è legato ad essa ,ha uno spiccato senso civico ed è appassionata di musica e di danza.

Le due sue citazioni preferite sono:" raccontare le cose come stanno vuol dire non subirle" di Roberto Saviano e " vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale,un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre" di Oriana Fallaci.

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