Domenica 23 ottobre, un terremoto di magnitudo 7.2, ha devastato l'Est della Turchia, con epicentro nella provincia di Van. Dagli ultimi bollettini ufficiali, il numero di morti è salito 596, le persone ferite sarebbero 4.150, mentre lo stesso Premier, Besir Atalay, ha comunicato che quelle salvate sono 231. Tra gli ultimi, un ragazzino di tredici anni, estratto vivo dalle macerie venerdì 28 ottobre, dopo cinque giorni senza cibo né acqua. Degli uomini che hanno partecipato ai soccorsi, un medico, Baris Dogan, racconta: «Abbiamo iniziato a scavare e, per prima, abbiamo visto la sua mano. Poi abbiamo iniziato a parlargli». I corpi senza vita, recuperati nella notte tra il 27 e il 28, sono stati circa venti, mentre durante tutto il giorno di giovedì 27 più di cinquanta. Secondo le direttive della Farnesina, venerdì sera, è partito un volo umanitario da Brindisi, diretto a Erzorum, con beni di prima necessità e 208 tende familiari adatte a climi rigidi (dato il gelo che, come se non bastasse, si è abbattuto sul Paese). Il Ministero degli esteri, fa sapere che, gli aiuti italiani, saranno presi in consegna dall'Unità Speciale per il terremoto, «cellula allestita dal Governo turco per la gestione degli aiuti, che ne curerà la distribuzione e l'impiego a sostegno delle famiglie evacuate dalle aree colpite». Nel frattempo, la ricerca dei dispersi prosegue, anche se appare quanto mai improbabile, la possibilità che ci siano ancora superstiti, dopo più di una settimana.